Politica

Governo a ostacoli

di Eleonora Ciaffoloni -


Giorgia Meloni, incassata la fiducia del Parlamento e dato gli spunti sul programma del neonato Governo, deve ora iniziare a fare i conti con un’agenda non solo fitta di impegni, ma anche carica di nodi da sciogliere. Evidenti a tutti e di grande emergenza, i temi del caro bollette e della crisi energetica per cui dai nuovi addetti ai lavori ci si aspettano misure e interventi sul breve periodo. Tuttavia, a far discutere nelle ultime ore sono altri temi cardine del nuovo esecutivo, sia in merito alla Giustizia, sia sul fronte economico-fiscale e sul tanto discusso innalzamento del limite al contante a diecimila euro proposto dal Carroccio.

Le priorità da affrontare, quindi, sono molte: lo ha detto anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, incalzato ieri dalla Premier Meloni che ha riaperto sul tema delle carceri in maniera diretta rilanciando le linee guida e ribadendo che “non si combatte il sovraffollamento delle carceri depenalizzando”. Un mondo, quello delle carceri, che il Guardasigilli conosce bene “sono un garantista” dice, “ciò significa applicare il principio latino del Diritto Romano, garantire al massimo la presunzione d’innocenza ma anche la certezza della pena”, pena che “non coincide necessariamente con il carcere” e che “deve essere equa”. Questo, specifica Nordio “non significa una pena crudele, bensì una che deve migliorare le condizioni del condannato, evitare renderlo una persona peggiore”. E poi, promettendo di parlarne con la Presidente Meloni, rinnova il suo impegno: “noi cercheremo di lavorare attraverso la riorganizzazione del sistema carcerario che a me sta molto a cuore”, annunciando anche le sue prime visite nelle carceri. La Giustizia comincia a marciare e a tenere il passo delle priorità, come anche è incalzante il ritmo preso dal ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso. L’ex presidente del Copasir spinge sulle priorità di sua competenza, come gli extraprofitti delle società dell’energia, per cui ha annunciato che sarà scritta “una norma giusta” e che verrà riscritta “in maniera opportuna”. Una freccia carica di veleno che lancia ai suoi predecessori: “dobbiamo cominciare dall’intervento sugli extra profitti che il precedente governo aveva cercato di realizzare, purtroppo con una norma malfatta: infatti erano previsti entrate per 11 miliardi di euro ma in realtà se ne sono ricavati soltanto uno” ha sottolineato Urso. Il ministro è allineato con Giorgia Meloni ed è convinto di poter provvedere a famiglie e imprese meglio del “Governo dei migliori”, con misure che permetteranno di avere risorse per far fronte all’emergenza dei prezzi dell’energia e supportando i cittadini nel pagamento delle bollette. Prioritari, anche per Matteo Salvini e per la Lega i pagamenti, nello specifico quelli in contanti. Difatti, con la proposta relativa all’innalzamento del tetto all’utilizzo del contante a 10 mila euro, il leader del Carroccio ha fatto non poco discutere. Non solo per la diminuzione prevista dal Milleproroghe (a mille euro) nel gennaio 2023 che potrebbe non più essere validata, ma anche per il filo diretto tra uso del contante e criminalità. Proprio su questo il paper della Banca d’Italia “Pecunia olet. L’uso del contante e l’economia sommersa” ha rilevato come in Italia vi sia evidenza empirica tra i due fenomeni. Secondo i dati infatti, “un aumento della quota di transazioni in contanti determinerebbe, a parità di condizioni, un incremento dell’incidenza dell’economia sommersa” e conferma Bankitalia, “il lavoro mostra che le restrizioni all’uso del contante possono essere efficaci nel contrasto all’evasione fiscale”. Il dibattito sulla questione è ancora aperto: Giorgia Meloni ha confermato le intenzioni del suo vicepremier che reputa la proposta di “buonsenso”, ma le priorità da lato FdI sembrano vertere sul “dossier draghi” e sulle urgenze economiche e sociali: prezzi energetici, bollette, inflazione.


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