Il caso Garlasco e la guerra tra avvocati sulla pelle degli interessati
In un susseguirsi di veri e propri colpi di scena e presunti tali, la riapertura del caso del delitto di Garlasco e l’indagine parallela sull’ex procuratore Mario Venditti hanno riportato al centro della scena uno degli omicidi che più hanno colpito l’opinione pubblica. Quello della giovane Chiara Poggi, tremendamente uccisa in casa propria 18 anni fa non si sa per quale motivo. Se per lo Stato italiano per quell’efferato assassinio c’è un colpevole in carcere, Alberto Stasi, il movente è però sempre rimasto sconosciuto. Negli anni del processo a carico dell’allora fidanzato della vittima, si sono susseguite ipotesi, ricostruzioni e suggestioni puntualmente smentite. O comunque mai comprovate. Si è giunti a una condanna, dopo due sentenze di assoluzione, ma senza che i giudici riuscissero a spiegare le ragioni che avrebbero portato all’omicidio di Chiara.
Il controverso processo contro Alberto Stasi
Già solo per le sentenze tra loro contraddittorie – oltre che per una infinita sequenza di errori e forzature che hanno caratterizzato le indagine – e per l’impossibilità di individuare un movente, la condanna in via definitiva di Alberto Stasi ha suscitato – e lasciato – non pochi dubbi. Su tutti quello che l’esito giudiziario sia stato dettato dalla necessità di assecondare il popolo. Perché quando la pubblica piazza chiede un colpevole e ne addita uno, il più ovvio e scontato, bisogna assecondarla. Al di là però dei dubbi che aleggiano sulla colpevolezza di Alberto Stasi, dei quali ci siamo abbondantemente occupati, quello che oggi colpisce è che la riapertura del caso del delitto di Garlasco ha dato vita a veri e propri scontri tra le parti a vario titolo interessate.
Dal tribunale del popolo a quello dei commentatori
E se all’epoca dell’omicidio di Chiara Poggi a generare il maggiore frastuono era il tribunale del popolo che voleva un colpevole in galera – a tutti i costi – oggi il rumore maggiore si leva dalle voci dei nuovi protagonisti di questa vicenda, gli avvocati dei soggetti a vario titolo tirati in ballo. La difesa di Alberto Stasi non si è mai arresa alla condanna del giovane e promettente studente di ingegneria e ha sempre cercato di dimostrane l’innocenza, anche evidenziando stranezze e vere e proprie forzature che ne hanno portato alla condanna. Dal canto loro, i legali dei nuovi indagati sembrano ancora più determinati ad allontanare il più possibile i propri assistiti dal caso del delitto di Garlasco. E lo fanno senza esclusione di colpi. Talvolta, anche sostenuti da qualche commentatore che confonde le sentenze con i Vangeli. Pure a costo di apparire miope di fronte a una realtà che giorno dopo giorno svilisce la verità processuale.
Le reazioni dei legali dei nuovi protagonisti del caso del delitto di Garlasco
Che ciascuno degli avvocati faccia il gioco dei propri clienti è la cosa più normale del mondo. E’ giusto, senza sé e senza ma. Ciascuno ha diritto di essere difeso al meglio. La sensazione, però, è che si sia giunti a una battaglia senza esclusione di colpi connotata da una violenza verbale che, in realtà, fa nascere più dubbi che risposte. Le bordate di Massimo Aiello, avvocato di Mario Venditti, contro i legali di Stasi e la procura che ha riaperto il caso del delitto di Garlasco sono roboanti, astiose e gravi. Le sue parole sono pesanti e non è chiaro dove voglia andare a parare. Ma anche alcuni toni utilizzati dagli avvocati presenti e passati del nuovo indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, Andrea Sempio, non sono da meno. Per quanto riguarda gli ex legali ci sono le gravi espressioni utilizzate da Federico Soldani nei confronti di Massimo Lovati.
La linea della difesa di Sempio
Ma di certo il fare beffardo con il quale Angela Taccia, da sempre avvocato di Sempio, ha ritenuto di prendere per i fondelli a mezzo social la procura di Pavia. E’ accaduto quando a maggio fu convocato il proprio assistito – che non si presentò per un difetto di notifica – non è stato meno duro. Così come non lo sono le parole con le quali l’avvocato Liborio Catalotto, subentrato a Massimo Lovati, punta il dito contro i risultati della nuova perizia sul Dna ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi affidate alla genetista Denise Albani. Allo stesso modo, non passa di certo inosservata la veemenza con la quale l’attuale difesa di Sempio insiste sulla colpevolezza di Stasi. Questa però è una strategia difensiva che va presa per quella che è. Perché è ovvio che avallare il contenuto di una sentenza passata in giudicato è un tentativo di alleggerire la posizione del loro assistito.
L’incidente probatorio e la possibile svolta sul caso del delitto di Garlasco
Sta di fatto che presto si arriverà a un dunque. Anche per quanto riguarda le strategie legali. Con l’incidente probatorio previsto per il 18 dicembre la situazione è destinata a evolvere. In una direzione o nell’altra. Quando tutte le nuove perizie richieste dalla procura di Pavia saranno a disposizione dei magistrati e delle parti si avrà per forza di cose una svolta. E il quadro che emergerà potrebbe essere molto differente da quello attuale. Uno snodo cruciale per il riaperto caso del delitto di Garlasco che ridefinirà da un lato le tecniche difensive e, dall’altro, anche modi e toni. Di avvocati, osservatori, commentatori e di tutte le parti in causa. Di certo qualcuno dovrà abbassare il livello dello scontro. E, forse, anche la testa.
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