Nel pieno dell’euforia per la resa dell’Ue sui dazi, Donald Trump, definito il “negoziatore finale” dal Segretario di Stato americano Marco Rubio, ha annunciato che intende fissare un nuovo ultimatum per Vladimir Putin di 10-12 giorni, entro i quali mettere fine alla guerra in Ucraina. Il presidente americano il 15 luglio scorso aveva dato alla Russia 50 giorni di tempo per raggiungere un accordo con l’Ucraina, minacciando in caso contrario “sanzioni severe”, anche dazi secondari al 100%.
L’irrigidimento di Donald Trump
“Non sono più così interessato a parlare”, ha detto il tycoon, ripetendo il suo avvertimento “a meno che non si raggiunga un accordo”. Un rimedio estremo che non vorrebbe adottare: “Non voglio farlo alla Russia, amo il popolo russo, è un grande popolo”. Tuttavia, “troppe persone stanno morendo”, ha aggiunto, stando a quanto ha riportato il Guardian.
“Non voglio usare la parola mentire. Ma sembrava che in, diciamo, tre occasioni”, si fosse prossimi a “un cessate il fuoco e forse alla pace”. E invece, “all’improvviso, i missili volano su Kiev e altri luoghi. E io ho detto, che cosa significa tutto questo? Questo è successo troppe volte, non mi piace”. Così ha risposto il capo della Casa Bianca a una domanda della stampa, che gli aveva chiesto se pensasse che il presidente russo gli stesse mentendo.
Sollecitato sul rispetto nei suoi confronti da parte di Putin, dopo aver precisato di aver “avuto un ottimo rapporto con lui”, ha confermato la freddezza delle ultime settimane: “Pensavo che saremmo stati in grado di negoziare qualcosa. Forse succederà ancora, ma è molto tardi nel processo. Sono deluso”. Secondo il leader del GOP, la Russia dispone di terre “enormi” che “potrebbero essere così ricche” e avrebbe la possibilità di “prosperare come praticamente nessun altro Paese”, ma le sue autorità “invece spendono tutti i loro soldi in guerra e nell’uccidere persone”.
L’Ucraina ha lodato Donald Trump per la sua “fermezza”. “Grazie al presidente Trump per la sua fermezza nel lanciare un chiaro messaggio di pace attraverso la forza, quando l’America guida con la forza, gli altri ci pensano due volte”, ha scritto sui social media il consigliere presidenziale Andriy Yermak.
Mosca e Ankara ritengono possibile un incontro tra i leader
La doccia fredda trumpiana è arrivata poche ore dopo che il Cremlino aveva fatto sapere di non escludere la possibilità di un incontro in Cina tra Vladimir Putin e il suo omologo statunitense, qualora entrambi dovessero trovarsi contemporaneamente nella Repubblica Popolare.
Ankara continua a rivendicare un ruolo nei negoziati. “Così come sono iniziati a Istanbul i colloqui Russia-Ucraina, presto verrà istituito un tavolo di pace in Turchia e questa sanguinosa guerra giungerà al termine”. Si è espresso così il leader turco Recep Tayyip Erdogan in dichiarazioni citate dall’agenzia ufficiale turca Anadolu.
Telefonata Zelensky-Macron
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avuto una conversazione telefonica “produttiva e sostanziale” con il capo dell’Eliseo Emmanuel Macron. I due hanno discusso di difesa aerea, cooperazione, missili, droni e addestramento dei piloti.
“Abbiamo bisogno di una protezione affidabile contro missili e droni russi. Abbiamo parlato della fornitura di ulteriori missili per i sistemi SAMP/T e Crotale. Abbiamo anche discusso a lungo del finanziamento della produzione di droni ucraini di tutti i tipi. La Francia è pronta ad aiutarci in questo e lavoreremo insieme. Abbiamo parlato dell’addestramento dei piloti ucraini sugli aerei Mirage”, ha scritto il presidente ucraino su X nella giornata di domenica, sottolineando che il suo Paese “apprezza molto” i continui sforzi francesi in questa direzione.
Affrontata anche la questione del percorso di integrazione europea dell’Ucraina, con la promessa di “lavorare per trovare soluzioni che permettano di aprire il primo cluster negoziale il prima possibile”. “È importante che l’Ucraina e la Moldavia continuino a procedere insieme, in modo coordinato”, ha evidenziato Zelensky. Kiev deve realizzare le riforme necessarie per ricevere assistenza finanziaria nell’ambito del meccanismo “Ukraine Facility” dell’Ue. A tal proposito, l’ex comico ha assicurato a Macron che l’infrastruttura anticorruzione ucraina è pienamente operativa. Il disegno di legge presidenziale, presentato in fretta e furia dopo le proteste popolari per gli emendamenti bavaglio approvati dal Parlamento ucraino e l’avvertimento della Commissione europea, “garantisce l’indipendenza e l’efficacia degli organismi anticorruzione e impedisce l’influenza russa su di essi”.
Il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, a margine di un evento a Roma dedicato ai missionari digitali, si è soffermato sul colloquio di sabato scorso in Vaticano tra il Papa e il “ministro degli Esteri” del patriarca russo Kirill, rimarcando l’importanza di “mantenere contatti per rapporti costruttivi”.
“Non credo si possa accusare il Vaticano di non essere neutrale”, ha replicato Parolin a chi, da parte russa ortodossa, sostiene che non sia sede neutrale per portare avanti dialoghi per la pace.