Politica

Il Pd litiga su Bella Ciao

di Eleonora Ciaffoloni -


Foto di gruppo e piccole gite fuori porta, quello che un’azienda chiamerebbe “team building”. Ci prova a farlo anche la nuova segreteria del Partito Democratico per cercare di costruire sun nuovo gruppo dem che sia all’altezza di fare opposizione. Eppure, gli sforzi fatti finora sembrano essere stati controproducenti. Ma partiamo da ieri, quando con un’auto e un van al ritmo di “Bella Ciao” la neo-segreteria del Pd è partita alla volta di Riano, la location che è stata scelta per la prima riunione dell’esecutivo dem a marchio Schlein.

RIUNIONE FUORI PORTA

Una scelta per rompere col passato, per una dimostrazione di cambiamento e, non per ultimo, per un ritorno tra la gente. Elly Schlein ha scelto il comune alle porte di Roma non tanto per uscire dalla Ztl, ma per rendere omaggio alla memoria di Giacomo Matteotti, il deputato socialista ritrovato proprio nelle campagne di Riano a seguito dell’uccisione da parte di alcuni squadristi fascisti. All’arrivo della segretaria e dei suoi – quasi tutti – membri dell’esecutivo, l’accoglienza è stata quella delle grandi occasioni, con decine di cittadini rianesi che si sono trovati per salutare la nuova leader dei dem. Insieme a loro, anche il sindaco di Riano Luca Abruzzesi che ha accompagnato Schlein sul luogo della memoria. Una stele, posta sul luogo del ritrovamento del cadavere di Matteotti, su cui la segretaria ha deposto un mazzo di rose rosse e ha osservato qualche secondo di commemorazione. “Non ho mai visto leader nazionali qua a questo monumento” ha detto il primo cittadino. E se nessuno si era visto a Riano, Schlein ha deciso anche di portarci la sua squadra in riunione. Difatti, subito dopo il saluto a Matteotti, al circolo sportivo ricreativo di Riano si sono riuniti tutti per il primo incontro: foto di rito all’ingresso e poi la presa dei posti nel tavolone a ferro di cavallo disposto in una delle sale. “Il Pd vuol continuare a essere un problema per chi governa e proporre un’idea diversa del Paese. ” ha detto Schlein. Una riunione che fa entusiasmare i nuovi dem: “È stata una bella discussione, ricca, articolata e corale. Siamo molto operativi, abbiamo voglia di fare il nostro dovere all’opposizione e nei territori dove governiamo, con una idea diversa dell’Italia, con i temi che abbiamo messo al centro di questo Pd: lavoro di qualità, questioni sociale e climatica” ha commentato Schlein al termine della riunione.

DIVISIONE LIBERAZIONE

Non è mancata in sede di commento – ma c’era da
aspettarselo – anche la replica alle dichiarazioni di Ignazio La Russa sul tema Liberazione. Il 25 aprile è ormai dietro l’angolo e si sente tutta la carica emotiva che l’opposizione cerca di mettere in campo sui temi divisivi. Una risposta a distanza nei confronti del presidente del Senato: “Ho sentito le parole di La Russa: ha detto che l’antifascismo non è in Costituzione. Noi rispondiamo che l’antifascismo è la nostra Costituzione” ha detto Schlein. E se la seconda carica dello Stato martedì farà tappa prima all’Altare della Patria e poi a Praga per la riunione dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi Membri dell’Unione europea – ma anche alla commemorazione al monumento di Jan Palach, la leader del Partito Democratico sarà a Milano dietro lo striscione “Nata dalla Resistenza”. Uno slogan con cui i dem milanesi vogliono “richiamare il governo alla responsabilità nei confronti della Resistenza e della memoria”. Una manifestazione sorretta dal Pd di Milano e dalla segretaria Silvia Roggiani: “Siamo antifascisti. La presenza di Schlein è un messaggio importantissimo”.

UN PROBLEMA DI INCLUSIVITÀ

E se il 25 aprile divide il Pd da alcuni esponenti di governo, il nuovo modo di dirigere il partito da parte di Schlein, sta facendo lo stesso dalle parti del Nazareno. Perché dal suo ingresso in segreteria, Schlein sembra accontentare solo la sinistra del partito. Non solo per le varie nomine, rimaste all’interno del cerchio dei fedelissimi, ma anche per i temi e la mancanza di “pluralismo” denunciato. I moderati, non sentitisi considerati, stanno quasi pensando alla diaspora. Non si nasconde lo scontento, partendo dall’ala cattolica, richiamata all’attenzione da Paola De Micheli: “Senza cattolici non è più Pd” ha detto, affiancata dalla critica di un altro candidato alle primarie Gianni Cuperlo che attacca senza mezzi termini: “La nuova segreteria non è frutto di uno spirito unitario e non rispetta le varie mozioni del congresso. È una segreteria di maggioranza”. Errori di scelte, ma anche i temi.
A farlo presente, dura, è Silvia Costa che sollecita la segretaria a una discussione perché “mi ha preoccupato che abbia espresso delle idee specifiche” soprattutto sulla gestazione per altri e il termovalorizzatore. Un errore, quello di Elly Schlein, dice Stefano Borghi “caratterizzarsi solo a sinistra”. Eppure, le critiche non smuovono troppe acque: la segretaria quasi en passant assicura: “Lavoriamo alle alleanze nel modo più ampio possibile” e dice “valorizzerò il pluralismo”. Le prossime sfide elettorali si avvicinano: vedremo se Schlein terrà fede alla parola data.

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