L'identità: Storie, volti e voci al femminile Poltrone Rosse



Esteri

Il piano Usa per lo stop guerra in Ucraina, il pressing su Zelensky

La bozza, le indiscrezioni, le concessioni territoriali alla Russia, la ricostruzione civile, le elezioni

di Giorgio Brescia -


Il piano Usa per chiudere la guerra in Ucraina, il pressing su Zelensky perché lo accetti.

Il piano Usa per l’Ucraina

Axios ha ottenuto una bozza del piano in 28 punti che Donald Trump propone per chiudere la guerra in Ucraina. Nel documento una soluzione che impone a Kiev pesanti concessioni territoriali e militari in cambio di garanzie di sicurezza senza precedenti da parte degli Usa e dei partner europei.

Secondo il piano, Washington riconoscerebbe come “di fatto russe” la Crimea, il Luhansk e il Donetsk. Le regioni di Kherson e Zaporizhzhia resterebbero congelate lungo l’attuale linea di contatto, una forma di riconoscimento de facto degli assetti sul campo. L’Ucraina ritirerebbe le sue forze dalle aree del Donetsk che oggi controlla. Quella fascia diverrebbe una zona smilitarizzata e neutrale, considerata a livello internazionale territorio della Federazione Russa, anche se le truppe di Mosca non potrebbero entrarvi.

Leggi anche Gli ostacoli di Kiev e Bruxelles al piano

La riduzione dei militari

La bozza del piano Usa per l’Ucraina limita inoltre le Forze Armate ucraine a 600mila uomini, contro gli attuali 800/850mila. Kiev dovrebbe anche accettare di inserire in Costituzione la rinuncia permanente all’ingresso nella Nato. L’Alleanza dovrebbe introdurre nei propri statuti una clausola che vieta la futura adesione dell’Ucraina. La Nato, inoltre, “accetterà di non stanziare truppe in Ucraina”, mentre i caccia europei verrebbero dislocati in Polonia.

La tregua

Sul fronte politico-strategico, Washington propone un “accordo completo di non aggressione” tra Russia, Ucraina ed Europa e un dialogo strutturato Mosca-Nato mediato dagli Stati Uniti per ridurre le tensioni e creare condizioni di sicurezza condivise. La sovranità ucraina verrebbe “confermata”, così come la possibilità futura di entrare nell’Unione Europea e di accedere in via preferenziale al mercato europeo.

Le garanzie di sicurezza

Uno dei passaggi più delicati riguarda le garanzie di sicurezza. Una bozza parallela consegnata a Kiev, sempre secondo Axios, definisce che qualsiasi “attacco armato significativo, deliberato e sostenuto” della Russia contro l’Ucraina verrebbe considerato come un’aggressione contro l’intera “comunità transatlantica”.

Stati Uniti e alleati risponderebbero “di conseguenza, incluso con la forza militare”. Le garanzie durerebbero dieci anni, con possibilità di rinnovo. Per il team Trump questo rappresenterebbe un “grande successo” per Zelensky, che da anni chiede assicurazioni formali sulla propria difesa.

Le concessioni territoriali

Il documento però impone a Kiev concessioni territoriali superiori a ciò che Mosca controlla oggi. Prevede inoltre il reintegro della Russia nella comunità internazionale, la revoca graduale delle sanzioni e persino un’amnistia completa per tutte le parti coinvolte nel conflitto. Mosca verrebbe invitata a rientrare nel G8 e, passo dopo passo, riaccederebbe al sistema economico globale.

La ricostruzione

Il piano dedica ampio spazio alla ricostruzione dell’Ucraina. Un grande Fondo per lo Sviluppo dovrebbe convogliare investimenti in tecnologia, infrastrutture, data center, energia e intelligenza artificiale. Gli Stati Uniti propongono una cooperazione diretta per modernizzare e gestire insieme l’infrastruttura del gas ucraino.

La Banca Mondiale creerebbe un pacchetto speciale di finanziamento. Parte dei fondi russi congelati verrebbe destinata a questa ricostruzione: 100 miliardi sarebbero investiti in iniziative guidate da Washington, con un ritorno del 50% dei profitti agli Stati Uniti; l’Europa contribuirebbe con altri 100 miliardi. Il resto degli asset russi confluirà in un fondo congiunto Usa-Russia per progetti comuni, con l’obiettivo dichiarato di creare interessi reciproci che scoraggino nuovi conflitti.

Le misure civili

Nell’accordo compaiono anche misure di carattere civile e umanitario: programmi educativi contro razzismo e pregiudizi, tutela dei media e dell’istruzione in lingua ucraina e russa, libero uso del Dnepr per scopi commerciali, intese sul trasporto del grano nel Mar Nero. La centrale nucleare di Zaporizhzhia verrebbe posta sotto supervisione Aiea, con distribuzione equa dell’energia prodotta.

Un comitato umanitario affronterebbe le questioni irrisolte: scambi “tutti per tutti” di prigionieri e corpi, restituzione dei civili detenuti, rientro dei bambini deportati, programmi di ricongiungimento familiare.

Le elezioni

Kiev dovrebbe convocare elezioni entro 100 giorni. Tutte le parti riceverebbero un’amnistia totale per le azioni compiute durante la guerra, senza possibilità di future rivendicazioni. L’accordo sarebbe “legalmente vincolante” e monitorato da un Consiglio di Pace guidato da Trump, incaricato di imporre sanzioni in caso di violazioni. Il cessate il fuoco scatterebbe subito dopo il ritiro delle forze dai punti concordati.

La proposta, consegnata a Zelensky dal segretario dell’Esercito USA Dan Driscoll e preparata dall’inviato Steve Witkoff, dovrà ora essere discussa con gli alleati europei e potrebbe cambiare. Axios sottolinea che il piano rischia di generare critiche anche all’interno dell’area Maga, perché impegnerebbe gli Stati Uniti a una difesa militare diretta dell’Ucraina in caso di nuove aggressioni russe.


Torna alle notizie in home