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Il re delle ombre fedele allo zar: gli Usa rivelano il piano delle spie

di Ernesto Ferrante -


Nella fitta coltre dei misteri dell’incidente aereo che ha decapitato la Wagner, si sta facendo largo la sagoma dell’uomo delle ombre, quell’Andrei Averyanov che, secondo le gole profonde statunitensi, avrebbe guidato la manovra per spodestare Evgeny Prigozhin.
Numero due del GRU, il servizio di intelligence militare, responsabile delle attività segrete, ha diretto numerose operazioni all’estero. Averyanov, passato sotto la lente di ingrandimento da Bellingcat, è stato coinvolto in missioni speciali nella Repubblica Ceca, in Austria, Portogallo e Montenegro. Una macchina da guerra a suo agio con le bombe, ma anche con i veleni, gli inganni e i sabotaggi.
“Non ci fermiamo qui. Poi abbiamo Berdiansk, e poi altro ancora. Ho chiarito subito ai miei combattenti: il nostro obiettivo non è Robotyne, il nostro obiettivo è il Mar d’Azov. Abbiamo superato le strade principali che erano state minate. Stiamo arrivando a quelle linee dove possiamo andare.
Circa undici giorni fa una delegazione della Nato avrebbe incontrato alcuni vertici militari ucraini in una località segreta al confine con la Polonia per discutere del mancato avanzamento della controffensiva. A riportarlo è il Guardian. Alla riunione operativa, durata cinque ore e capitanata dal capo dell’esercito ucraino, il generale Valerii Zaluzhnyi, avrebbero partecipato il generale statunitense Christopher Cavoli, comandante supremo delle forze Nato in Europa, e l’ammiraglio britannico Tony Radakin, capo di Stato maggiore dell’esercito del Regno Unito.
Due jet biposto da addestramento ucraini L-39 Albatros si sono scontrati in volo durante un’esercitazione e almeno 3 piloti sono hanno perso la vita nell’oblast nord-occidentale di Zhytomyr.
Mentre l’Ucraina continua a riconquistare gradualmente terreno sul versante meridionale, la Russia sta per riprendere ad attaccare in direzione di Kupyansk-Lyman, nel nord-est. Ne è convinta l’intelligence britannica.
La Flotta del Nord della Marina di Mosca è stata impiegata questo mese in esercitazioni navali nel Mare di Barents, iniziate lo scorso 10 agosto, con l’obiettivo di “impedire il passaggio non autorizzato di imbarcazioni straniere”. Lo ha riferito l’agenzia russa Interfax senza indicare una data di conclusione delle manovre.
Il ministero della Difesa russo ha reso noto di aver abbattuto due droni ieri mattina, uno che si stava avvicinando alla capitale, l’altro nel distretto di Chebekino, nella regione di Belgorod.
Gli alleati osservano e riferiscono. “L’Ucraina riceve dai suoi partner informazioni sul decollo dei MiG nelle profondità del territorio della Federazione Russa, poiché la propria intelligence radar è focalizzata sul tracciamento degli aerei nemici sul TOT, nel Mar Nero e a diverse centinaia di chilometri dal confine”. Così Yuriy Ignat, portavoce dell’aeronautica delle forze armate ucraine, durante la trasmissione televisiva nazionale “Yedini Novyni”.
“Si sollevano nelle retrovie della Russia. Forse dallo stesso aeroporto di Savasleika. Con le nostre stazioni radar, purtroppo – ha spiegato il militare in diretta Tv – non possiamo rilevare i MiG che volano lontano in Russia, pertanto riceviamo informazioni sui decolli e sulla loro permanenza nello spazio aereo russo, come sul fatto che siano carichi di missili o meno, dai nostri partner”.
L’Occidente spinge tutti verso la terza guerra mondiale, ignorando i segnali del Cremlino. Lo ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev in un’intervista all’agenzia di stato Tass e all’emittente satellitare controllata dal Cremlino Rt. “Francamente sarebbe stato meglio se li avessero ascoltati (i segnali). In ogni caso, il mondo non avrebbe dovuto affrontare la minaccia della terza guerra mondiale. In realtà, è in questa direzione che i nostri avversari stanno attivamente spingendo tutti”, ha accusato l’ex presidente.
La rivista tedesca Der Spiegel ha pubblicato una lunga e dettagliata inchiesta sull’attacco al gasdotto Nord Stream in cui, citando investigatori tedeschi che stanno conducendo quella che un funzionario della sicurezza ha descritto senza mezzi termini come “l’indagine più importante della storia tedesca del dopoguerra, a causa delle sue potenziali implicazioni politiche”, si parla di un “un numero sorprendente di indizi che punta all’Ucraina”.

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