Politica

“Il ritorno di Salvini e la luna di miele con Meloni continua”

di Ivano Tolettini -

PAOLO FELTRIN DIRETTORE OSSERVATORIO CONFPROFESSIONI


“Matteo Salvini è in ripresa, pare essere uscito dal cono d’ombra in cui si era infilato dopo avere staccato la spina al Conte 1, nell’estate 2019, e che l’ha attanagliato fino alle politiche dello scorso settembre”. Il politologo Paolo Feltrin, 69 anni, docente di Scienza dell’amministrazione e Analisi delle politiche pubbliche all’Università di Trieste, parla come suo solito rotondo.

 

Ne è sicuro professore?
Vede, è esperienza comune che in politica come nella vita quando le cose cominciano ad andare male qualsiasi cosa tu faccia va male, basta pensare a Matteo Renzi, poi se riesci a correggere il messaggio le cose cominciano a migliorare.

 

È quello che sta accadendo a Salvini?
In questa fase i numeri ci dicono che per lui va meglio, non fosse altro perché ha cambiato stile di comunicazione, è più sobrio e prudente, ha imparato anche a tacere. Il vero punto di riferimento del termometro politico e del consenso lo sappiamo tutti quale sarà, le europee del prossimo anno. Lì si misurerà lo stato di salute della leadership di Salvini. Ma non solo la sua”.

Il giorno dopo il primo turno che analisi fa?
L’idea di fondo è che i risultati del primo turno delle comunali confermano l’attuale buon trend del centrodestra, al di là dei casi particolari. Spicca, a mio avviso, la conferma del voto di settembre con il centrodestra che ha il vento in poppa. La luna di miele, come si dice in questi casi, continua. Bisogna sempre stare attenti al voto delle amministrative perché giocano fattori locali e non bisogna esagerare con la portata delle conclusioni.

Come il caso di Vicenza insegna, dove il sindaco di centrodestra uscente, Francesco Rucco, che nel 2018 era stato eletto al primo turno, grazie a una manciata di voti che gli evitò il ballottaggio, è al secondo turno con lo sfidante dem Giacomo Possamai, che l’ha sopravanzato di due punti, 46% contro il 44.
Certo, in teoria Rucco avrebbe dovuto avere un vantaggio, invece si ferma al 44% che è esattamente il voto della coalizione di centrodestra di settembre. Non è riuscito ad allargare il perimetro del consenso nonostante abbia governato per cinque anni, ma è stato penalizzato dalle rivalità.

Come a Verona Tommasi che ha approfittato della divisione tra Sboarina e Tosi.
Appunto, tanto che il vento del centrodestra spira anche a Vicenza perché tutte le liste unite vanno oltre il 50%. Due dei tre ex assessori di Rucco, Cicero e Zoppello, hanno corso da candidati sindaci totalizzando ciascuno il 2,5%, mentre il terzo ex assessore Tosetto, con una propria lista nel centrosinistra di Possamai, ha ottenuto il 3,45%. Per contro Possamai riesce a fermare il momento di difficoltà del centrosinistra. Che cosa accadrà il 28 e 29 maggio è un rebus. Dipenderà da come si distribuiranno i voti delle due liste e da quale sarà l’affluenza”.

A Treviso e Brescia due situazioni opposte.
Il centrodestra nella Marca è vincente, un sindaco uscente, Mario Conte, che ha avuto un buon riscontro in città moltiplica il 50% delle politiche della coalizione, portandolo al 64%.

Ma i candidati leghisti vicino a Zaia, come Conte, vanno bene, mentre il salviniano Fabio Rolfi a Brescia cade.
Brescia è una città tendenzialmente amministrata dal centrosinistra, l’ultima volta che primeggiò il centrodestra fu nel 2008, e la vicesindaca uscente Laura Castelletti vince mal col 54%, e l’area Lega tiene un po’ meglio rispetto al tonfo delle politiche. Fratelli d’Italia va bene, però mancando di leader locali si posiziona a un livello più basso rispetto al notevole risultato si settembre.

Il vero test politico, dunque, sarà alle europee tra dodici mesi.
Non c’è dubbio, perché il voto amministrativo da sempre si connota di particolarità locali che passano per la qualità dei candidati e della capacità di intercettare il consenso. Tra un anno sarà un’altra storia.


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