Economia

In Argentina, il peso dei fantasmi: l’inflazione sfonda il 124%

di Cristiana Flaminio -


Se l’inflazione al 6 per cento vi toglie il sonno, benedite il Cielo di non essere nati in Argentina. A Buenos Aires e dintorni, la crescita dei prezzi è fuori controllo. Ad agosto, il tasso di inflazione – che ha abbondantemente superato le tre cifre – si è attestato al 124,4 per cento. In un solo mese, il costo della vita è salito del 12,4%. Il problema è legato al fatto che, dopo il default dichiarato nel 2020, l’Argentina ha sempre più difficoltà a finanziarsi sui mercati. E dunque, per sanare il suo debito, è costretta a stampare moneta su moneta. Solo a giugno scorso, il governo di Buenos Aires aveva annunciato, e condotto a termine, un’operazione di roll-over per contrastare una gravissima crisi di liquidità nelle casse pubbliche. “La più grande operazione di ricapitalizzazione” nella storia del Paese, aveva detto il sottosegretario alle Finanze Eduardo Setti. Una manovra da 36 miliardi di euro.

Ma che non ha allontanato gli spettri, i fantasmi. Durante la crisi del 2001, quella che ha causato una ferita profondissima nell’economia locale e gravissimi contraccolpi sui mercati finanziari di tutto il mondo, l’inflazione argentina era arrivata all’80 per cento. L’Argentina è un Paese che ha un’importanza a dir poco strategica. Non solo nella Regione del Sudamerica, dove rappresenta la seconda economia dell’intero continente. Ma per gli equilibri geopolitici globali. Infatti la Cina sta approcciando, in maniera sempre più interessata, ai casi di Buenos Aires. E risale alla fine di agosto scorso il primo investimento diretto emesso in yuan, la moneta che Pechino oppone al dollaro in ottica di una valuta di riserva mondiale, nel Paese. In particolare, con l’approdo della Banca di Cina in Argentina, l’azienda energetica cinese Brunp Recycling è diventato un investitore pionieristico ed è stata la prima impresa a immettere 428.736 yuan (circa 58.892 dollari Usa) nell’economia locale. L’azienda assegnerà l’investimento in yuan per coprire i costi operativi giornalieri della sua filiale di nuova costituzione a del paese sudamericano. E’ la dedolarizzazione, bellezza.


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