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Esteri

In Sudafrica il G20 delle assenze e delle urgenze (di riforme)

Ribadita l'importanza del G20 come principale forum per la cooperazione economica internazionale nell'ottica del multilateralismo

di Ernesto Ferrante -


Si è aperto ieri a Johannesburg, in Sudafrica, il vertice del G20. L’appuntamento di quest’anno, che si conclude oggi, sarà ricordato per delle “prime volte” pesanti, come lo svolgimento in territorio africano e la contemporanea assenza dei capi di Stato delle tre maggiori potenze mondiali, Stati Uniti, Cina e Russia. A Donald Trump, Xi Jinping e Vladimir Putin si è aggiunto il presidente argentino Javier Milei.

L’urgenza delle riforme

Defezioni eccellenti, ma anche necessità di riformare l’architettura internazionale, non più al passo con i tempi e sempre meno rispondente ai mutati equilibri geopolitici. “Ci impegniamo” a riformare il Consiglio di Sicurezza dell’Onu attraverso una modifica che “lo allinei alle realtà e alle esigenze del XXI secolo, lo renda più rappresentativo, inclusivo, efficiente, efficace, democratico e responsabile, e più trasparente per tutti i membri delle Nazioni Unite”, si legge nella dichiarazione finale del summit. I leader chiedono una composizione allargata del Consiglio di Sicurezza che migliori la rappresentanza delle regioni e dei gruppi sotto-rappresentati e non rappresentati, come Africa, Asia-Pacifico e America Latina e Caraibi.

Riconosciuta anche l’impossibilità di procrastinare ulteriormente una revisione “significativa, necessaria e completa del Wto”, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, per garantire una promozione più incisiva degli obiettivi di tutti i membri.

La dichiarazione finale del G20

Ribadita l’importanza del G20 come principale forum per la cooperazione economica internazionale nell’ottica del multilateralismo, con la piena parità di tutti, “in conformità con gli obblighi internazionali”.

I sottoscrittori del documento di 30 pagine suddiviso in 122 paragrafi, si sono impegnati a lavorare “per una pace giusta, completa e duratura in Sudan, Repubblica democratica del Congo, Territori Palestinesi Occupati, Ucraina” e nelle altre aree dilaniate da conflitti. “Solo con la pace potremo raggiungere sostenibilità e prosperità”, si legge ancora.

Le parole del presidente del Sudafrica

Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, nel suo intervento, ha evidenziato il consenso “schiacciante” con cui è stata adottata la dichiarazione. “Il G20 sottolinea il valore e la rilevanza del multilateralismo e riconosce che le sfide che affrontiamo possono essere risolte solo attraverso cooperazione, collaborazione e partnership. L’adozione della dichiarazione dal summit – ha rimarcato il presidente del Paese ospitante – manda un segnale importante al mondo, il multilateralismo può e sa portare risultati”.

Il dossier ucraino

A margine del G20 si è svolta una riunione dei “volenterosi” sull’Ucraina, alla quale ha preso parte anche la premier italiana Giorgia Meloni. Insieme a lei hanno partecipato all’incontro (su invito del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa) i rappresentanti di Francia, Germania, Regno Unito, Norvegia, Canada, Giappone, Australia, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi e Spagna. Presente la numero uno della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Il pressing di Trump su Zelensky impone “mosse” rapide.


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