Attualità

INGRANIMENTO – Soumahoro irriconoscente all’Onu offende “Italia razzista”

di Ivano Tolettini -


La riconoscenza, si sa, è merce rara. Come l’onestà intellettuale. Emblematico è il caso del deputato di origine africana Aboubakar Soumahoro, che non sfugge alla regola che quando si finisce nel perimetro della politica professionale, che per definizione è faziosa, si fa fatica ad analizzare i fatti per quelli che sono con un minimo di obiettività, condizionati dal velo ideologico, e si preferisce l’iperbole a maggior ragione se l’uditorio è a digiuno di informazioni complete. Anche a costo di sputtanare un Paese, come l’Italia, che ti ha accolto e ti ha consentito di diventare deputato della Repubblica grazie a lodevoli battaglie sindacali a favore dei braccianti spesso sfruttati. Ma non per questo in un consesso internazionale come le Nazioni Unite, a Ginevra, dov’era ospitata la prima riunione dei parlamentari afro-discendenti d’Europa, magari perché un settimanale ha titolato con enfasi “Un’Italia senza italiani”, o perché un ministro per quanto autorevole come Lollobrigida è pur sempre finito in fuorigioco ed è stato subito rimbrottato urbi et orbi anche dai suoi sulla “sostituzione etnica”, chiarendo lui stesso l’indomani in buona sostanza di avere sbagliato, puoi avere la faccia tosta di fare di tutta l’erba un fascio e dire che l’Italia sul razzismo è tornata indietro di un secolo, dunque al ventennio fascista quand’erano conculcate le libertà e si operava in distinzioni su base razziale, solo perché al potere c’è una maggioranza di centrodestra, legittimamente al governo, dimenticandosi peraltro di due circostanze non secondarie. La prima è che nei primi quattro mesi dell’anno di grazia 2023 l’Italia (di destra) ha accolto oltre 40 mila migranti, quattro volte quelli sbarcati nello stesso periodo del 2022. La seconda, ammettiamo pure che era difficile sentirlo uscire dalla sua bocca, che moglie, suocera e cognato rischiano il processo per le “tasse evase e i soldi spesi per abbigliamento di lusso” nella gestione allegra della Cooperativa Karibu, che si occupava dell’accoglienza di migranti. Alcuni di loro in odore di sfruttamento come sostenuto dal sindacato Uiltucs. “Il messaggio di quel titolo – attacca Soumahoro – è che le persone con il colore della pelle nera, anche quelle nate in Italia e con background migratorio, non potranno mai essere italiane”. “Grazie a me – prosegue con modestia – avviata una riflessione su quello che accade”. Ma è davvero sicuro di quello che dice? Non gli è stato spiegato che anche le leggi emanate dal centrodestra devono osservare criteri costituzionali che non possono certo discriminare in alcun modo i cittadini, tanto più per il colore della pelle?


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