Cultura & Spettacolo

Keanu Reeves: “Il mio pensiero va verso chi si sente perduto”

di Nicola Santini -


La vita non gli ha risparmiato grandi dolori come quelli legati alla morte di una figlia e di Jennyfer, il suo primo amore.
Fortunatamente, però, Keanu Reeves ha raccolto anche straordinarie soddisfazioni, specialmente legate alla sfera professionale.
Oggi è famoso soprattutto per aver interpretato Neo nella quadrilogia di fantascienza Matrix che gli hanno permesso di conquistare il box-office di tutto il mondo. Ma nel corso della sua carriera ha inanellato una serie di successi come Belli e dannati, Speed, Le riserve, Piccolo Buddha e L’avvocato del diavolo.
Reduce dal grandissimo risultato di critica e di pubblico ottenuto dal film “John Wick”, in cui divide la scena con Donnie Yen, Bill Skarsgård, Laurence Fishburne, Hiroyuki Sanada e Shamier Anderson, il 58enne attore e musicista di origini canadesi si racconta a cuore aperto, senza tralasciare nulla.
Keanu, quando hai capito di voler fare l’attore?
Ero un ragazzino quando ho cominciato ad appassionarmi al mondo della recitazione. Da bambino, invece, avevo ben altri sogni e riguardavano soprattutto lo sport. Sognavo, infatti, di poter diventare un campione sollevando per aria un’importante coppa. Ma mi lasciavo cullare dalla fantasia e mi ponevo l’obiettivo di andare oltre la terra, curioso di capire cosa ci fosse su tutte le altre galassie.
Poi, però, il mondo della settima arte ha bussato alla tua porta vero?
Sì, a un certo punto del mio percorso ho cominciato ad appassionarmi sempre di più, fino a quando tutti gli altri interessi sono diventati secondari. A parte la musica che occupa comunque un posto considerevole nella sfera totale dei miei interessi. Detto questo, mi è rimasta, però, quella forte curiosità che mi spinge a indagare su tutto quello che avviene anche lontano dal mio mondo. Per intenderci: ho sempre cercato di non fare finta di nulla di fronte a determinate problematiche, cercando di poter dare una mano al prossimo.
In che modo?
Non mi sono mai cullato sugli allori e non ho mai ignorato, per esempio, le problematiche che riguardavano non solo le persone a cui voglio più bene ma anche a chi, da qualche parte del mondo, cercava un aiuto e la maggior parte delle volte vedeva crollare quella sua richiesta. Occuparsi di chi è meno fortunato, mantenendo però il più possibile uno stretto riserbo su questo tipo di azioni, è una delle cose che mi ha sempre dato maggiore soddisfazione. Ti fa sentire vivo e ti fa dare un senso a tutto. Quando si riesce a fare un gesto concreto a favore di chi, per una serie di situazioni negative e tragiche ha messo da parte tutto, rinunciando all’inseguimento dei propri obiettivi, ci regala anche una marcia in più rispetto a ciò che ci siamo prefissati di poter raggiungere.
In passato hai dichiarato che ti piace condurre una vita da nomade. Hai finalmente trovato il suo posto nel mondo?
Il mio posto è in tutto il mondo, perché precludersi la possibilità di sentirsi appartenenti a più di un posto nel mondo? Ho sempre amato i viaggi, la strada e l’idea che la mia casa fosse prettamente legata al set del film a cui stavo lavorando. E’ bello svegliarsi la mattina e metterci un po’ a capire dove ci si trovi e non vi nascondo che in qualche occasione ci ho messo un po’ a rendermene conto (sorride, ndr). Nonostante questo, però, ci sono dei momenti o dei periodi durante i quali, nel corso della nostra esistenza, è anche bello avere un unico punto di riferimento, un proprio nido, in cui potersi rintanare quando si ha voglia di staccare la spina e di meditare un po’. E anche di dedicarmi alla musica che, come dicevo prima, da sempre è un’altra delle mie più grandi passioni.
Molti tuoi colleghi ti riconoscono una spiccata bontà d’animo…
E’ qualcosa che, inevitabilmente, non può che farmi piacere. Non sta a me dire di essere una persona buona ma agli altri. E il fatto che lo dicano, mi inorgoglisce visto che mi sforzo sempre di trattare il prossimo con altruismo e rispetto. Insomma, tratto gli altri come vorrei che trattassero me. Se in questo mondo, anziché l’arroganza, ciascuno di noi praticasse un po’ più di gentilezza, sicuramente tutti vivremmo in un posto più bello.

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