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Attualità

La Bce non taglia i tassi e inguaia chi ha un mutuo

di Pietro Pertosa -


Niente da fare: la Bce non taglia i tassi, tutto resta così com’è. Ma l’outlook, se ci fosse, sarebbe più che negativo. Perché, a quanto pare, a Francoforte torna di prepotenza la comunicazione hawkish, Lagarde e i suoi mostrano (ancora) il grugno d’acciaio di chi è pronto a tutt’osare pur di tenere l’inflazione sotto la soglia (ideologica, va da sé) del 2%.

Tassi, la Bce non cambia nulla

“Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria”, si legge in una nota uscita dopo la conferenza stampa di madame Lagarde. Che, per l’ennesima volta, ha detto che la decisione è stata presa all’unanimità e che oggi non c’è stata alcuna discussione circa le scelte che verranno prese alla prossima riunione del board. Ma, poiché i segni sono per chi sa intenderli, ha messo in mezzo anche lei la possibilità di un rialzo dei tassi. Di cui si parla da fin troppo tempo.

Quanto si paga (in più) per il mutuo

Per le famiglie, la decisione di non far nulla sui tassi presa dalla Bce rappresenta una beffa. Perché, come tuonano i consumatori del Codacons, chi ha un mutuo rischia grosso: “I tassi di interesse sui mutui effettivamente praticati alle famiglie stanno registrando in Italia un costante rialzo, e sono passati dal 3,50% dello scorso gennaio al 3,73% di ottobre (dati Bankitalia)”. Quindi le cifre: “Un incremento del +0,23% da inizio 2025 equivalente ad un maggior esborso da +222 euro all’anno su un mutuo da 150mila euro a 30 anni. Su un mutuo da 120mila euro della durata di 25 anni, l’aggravio è di +187 euro annui”. Merci beaucoup, madame Lagarde.


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