Attualità

La capriola di Giorgetti, dalla sostituzione etnica al bonus bebé: “Giù le tasse ai nuovi genitori”

di Domenico Pecile -

GIANCARLO GIORGETTI MINISTRO


“Niente tasse per chi fa figli”. Ecco il nuovo cavallo di battaglia del Governo, ma nella fattispecie targato Lega, stando da alcune indiscrezioni giornalistiche per contrastare la denatalità (quest’anno, secondo l’Istat ha raggiunto il minimo storico: meno di 7 neonati e più di 12 decessi ogni mille abitanti). “Un’idea clamorosa”, come ha anticipato Il Foglio, ascrivibile al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. La proposta – che dovrebbe essere formalizzata nei prossimi giorni – consisterebbe appunto nell’esenzione delle tasse per i nuclei familiari composti da almeno due figli. Non tutte le tasse, ma si tratterebbe pur sempre di una proposta che è stata definita dirompente. Insomma, un déjà vu che riporta indietro le lancette della storia oppure anche una versione pragmatica e meno ideologica della sparata di Lollobrigida sulla “sostituzione etnica” che graverebbe sul nostro Paese che fa sempre meno figli? Comunque sia, si tratta di un’ipotesi destinata a mettere altra benzina sul fuoco dello scontro ormai radicale tra maggioranza e opposizione.
Ma vediamo nel dettaglio qual è la proposta-Giorgetti. Sul breve termine, è l’opinione del ministro dell’Economia messa nero su bianco nel Def, “il modo migliore per ridurre il rapporto debito/Pil non può che essere quello di aumentare il flusso di immigrati che arrivano e che restano”. Sul lungo termine, invece, “per incentivare la natalità la leva più forte non può essere che un’altra: proporre non semplici sgravi alle famiglie ma riduzione del numero di tasse da pagare”. Ma “è possibile – si legge ancora nelle indiscrezioni giornalistiche – che nell’esecutivo sarà fatto notare che l’unico Paese in Europa ad avere già studiato una norma simile è l’Ungheria di Viktor Orbàn, che dal 2020 ha offerto la possibilità alle donne con quattro o più figli di non pagare più tasse sul reddito. A differenza dell’Ungheria, però, che ha venduto questa legge in una logica anti migranti, l’Italia che si prepara a fare i conti con il piano pro natalità del Governo è un Paese che ha scritto neo su bianco nel suo Def l’esatto contrario: senza immigrati in più oltre che più povera l’Italia diventerà anche più indebitata”. “La proposta del ministro dell’Economia – è il commento di Massimo Bitonci, sottosegretario al ministero delle imprese in quota Lega che dunque avvalora quanto sta pianificando il ministro Giorgetti – è assolutamente condivisibile. Per incentivare la natalità diventa necessario ridurre la tassazione per le famiglie con uno o più figli a carico. Questo non significa abbandonare l’assegno unico ma, oltre a questo, si dovrebbe reintrodurre una detrazione di 10 mila euro l’anno per ogni figlio a carico (ora 950 euro fino a 21 anni) fino al termine degli studi anche universitari, per tutti i nuclei senza limiti di reddito”.
E la levata di scudi leghista a favore del ministro Giorgetti, oltre che di molti parlamentari, è anche di Massimo Garavaglia, senatore e presidente della Commissione Finanze e Tesoro. “Ridurre le tasse a chi fa più figli: ci sembra – è stato il suo commento – la scelta migliore per tutelare la natalità e le famiglie. Una misura che si sommerebbe all’assegno unico, favorendo però i nuclei più numerosi”. Frena. Invece, il vice ministro all’Economia, Maurizio Leo. Che conferma il progetto leghista sulla natalità “una delle priorità del governo”, ma che poi aggiunge che “ora vedremo nella Nota di aggiornamento se riusciremo a trovare altre risorse da mettere al servizio soprattutto di interventi di riforma fiscale, tra cui anche la natalità”. Certo, è soltanto ancora una proposta perché i veri nodi riguardano – come sempre in questi casi – le coperture economiche per introdurre questo bonus fiscale (modello 110 per cento) per le famiglie.
Scettico il Pd che per bocca dell’ex ministro Graziano Delrio, sostiene che “mentre si favoleggia di sconti fiscali futuri alle famiglie, forse sarebbe meglio avere l’onestà di riconoscere che per ora gli aiuti concreti, seppure da potenziare, non sono venuti dalla Destra. E che, più che polemiche, ci aspettiamo fatti”.

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