Politica

La exit strategy del governo dopo la bufera su Santanché

di Domenico Pecile -


di DOMENICO PECILE

Il commissario straordinario dell’Emilia Romagna, la querelle sul Mes, la riforma della Giustizia e come non bastasse la vicenda della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, finita nel mirino per la gestione delle sue aziende. È più che un sassolino per il premier Meloni, visto che sia Forza Italia sia la Lega pretendono spiegazioni, possibilmente in Parlamento. E così sarà. Giorgia Meloni, tra impegni austriaci e i venti di guerra civile in Russia, ieri ha infatti rotto gli indugi ritenendo di dare risposta soprattutto agli allea. “Penso non ci sia alcun problema” – ha affermato definendo legittima la richiesta del Parlamento” di fare chiarezza sulla vicenda”. La dichiarazione fa il paio con quella della stessa Santanchè che, arrivando a Ischia a una convention del gruppo dei Conservatori ha fatto sapere che “se la richiesta sarà formalizzata”, lei sarà “fiera e orgogliosa di farlo”.

La ministra ha poi ripetuto anche ieri tutto quello che sta dicendo da quando la trasmissione di lunedì scorso di Report ha portato allo scoperto il presunto caso che riguarda le sue aziende. “A oggi – ha aggiunto – non ho mai ricevuto un avviso di garanzia, quindi non capisco come si possa parlare di rinvio a giudizio”. Quanto alle richieste di dimissioni, la ministra si è mostrata, per adesso, irremovibile. “Non esiste, non ci sono. E non sono nella testa di nessuno della maggioranza”. Fatto è che i mali di pancia nel centro destra sono tanti e tali da aver costretto Meloni a uscire allo scoperto sotto la pressione politicamente scontata non tanto delle opposizioni ma del pressing impostole dagli azzurri e dal Carroccio.

Gli ambienti vicini al premier assicurano che Meloni vuole sapere tutto e subito. E questo per evitare che sul governo si allunghino ombre che potrebbero minare non soltanto l’unità interna già traballante in questi giorni soprattutto per le diverse posizioni sul Mes, ma specialmente rispetto al Paese e all’opinione pubblica. Meloni pare molto determinata riguardo a situazioni che possano graffiare l’immagine del suo esecutivo per cui sono in tanti a ipotizzare che nel caso la Santanchè dovesse essere indagata interverrebbe lei stesse per chiederle di farsi da parte. Sul fronte delle opposizioni, la Schlein continua da attaccare alzo zero, affermando che mentre il governo sta favorendo la precarietà, “c’era un ministro che non pagava fornitori e lavoratori”.


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