L'identità: Storie, volti e voci al femminile Poltrone Rosse



Ambiente

La montagna, una nuova campagna nazionale Anbi

Il via di un'iniziativa per un'agenda che favorisca le aree interne

di Angelo Vitale -


La montagna torna al centro del dibattito pubblico con la nuova campagna nazionale Anbi. Dalla Toscana il percorso per riportare le aree interne e montane dentro le priorità politiche del Paese.

La montagna, la campagna Anbi

Il primo confronto, nel Monastero di Camaldoli a Poppi, durante il convegno “Montagna in prima linea: gestione, conservazione, sfide climatiche”, organizzato dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno insieme alle strutture regionali di Toscana ed Emilia-Romagna.

L’iniziativa, dalla consapevolezza che le zone montane svolgono oggi un ruolo strategico. Qui si decidono l’equilibrio idrogeologico, la disponibilità delle risorse idriche e la resilienza ai fenomeni climatici estremi. Allo stesso tempo, queste aree soffrono spopolamento, perdita dei servizi essenziali e riduzione delle attività economiche tradizionali. Negli ultimi anni, i dati nazionali sul dissesto idrogeologico mostrano un aumento delle superfici a rischio e un aggravamento dell’esposizione in molte regioni appenniniche.

La richiesta di una legge nazionale

Da Camaldoli, la richiesta di un cambio di passo. Anbi propone una legge nazionale contro il consumo di suolo e un piano di infrastrutture per la gestione dell’acqua in quota. Tra le misure indicate, la realizzazione di nuovi invasi montani per trattenere acqua nei periodi di scarsità, produrre energia idroelettrica e favorire la ricarica delle falde. Un modello già discusso in diversi tavoli tecnici e ritenuto strategico per affrontare siccità sempre più frequenti.

leggi anche I geologi per la montagna

Un altro elemento centrale, il progetto, elaborato con il Cnel per estendere a tutte le Regioni la possibilità di affidare ai consorzi di bonifica anche la manutenzione delle aree montane. Una pratica già attiva in Toscana, che punta a prevenire a monte i problemi idrogeologici che poi si ripercuotono a valle.

La presidente del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, Serena Stefani, ha ribadito la necessità di riconoscere formalmente il concetto di “bonifica montana”, con finanziamenti adeguati e continui. Un tema che trova sempre più consensi anche a livello istituzionale: in diversi territori italiani, nel corso dell’ultimo anno, stanziati fondi per combattere lo spopolamento, rafforzare la sanità territoriale e sostenere agricoltura e allevamento come presidi fondamentali delle terre alte.

Un’agenda per le aree interne

Nel convegno una visione condivisa: la montagna non può essere considerata periferia, né un semplice spazio naturale da preservare. È un’infrastruttura viva del Paese. Culla delle risorse idriche, argine contro il dissesto, luogo di comunità che chiedono servizi, investimenti e una strategia stabile.

La campagna avviata da Anbi punta a costruire proprio questo: un’agenda nazionale capace di sostenere le aree interne con interventi strutturati e continui. Una scelta politica che potrebbe rappresentare il punto di svolta per contrastare l’abbandono e rafforzare la sicurezza idrogeologica dell’intero territorio italiano.


Torna alle notizie in home