Attualità

La sottosegretaria Frassinetti: “La scuola saprà cambiare. Tornerà l’educazione civica”

di Edoardo Sirignano -

PAOLA FRASSINETTI SOTTOSEGRETARIO


“Dalle piccole classi fino a Caivano e tech. Così la scuola vincerà e presto tornerà l’educazione civica”. A dirlo il sottosegretario all’Istruzione Paola Frassinetti.

Siamo arrivati al primo giorno di scuola. I problemi sono diversi, a partire dagli organici…

Ci sono problemi, tanti, che abbiamo trovato e che non si risolvono velocemente, quali appunto la formazione degli organici e delle classi, il precariato, la copertura dei posti vacanti con gli incarichi annuali. Questo governo ha iniziato da subito una forte politica di immissioni in ruolo, sia con stabilizzazione dei precari sia con bandi di nuovi concorsi e i numeri sono alti e mai registrati prima, 40.000 immessi in ruolo da graduatorie, altrettanti saranno coi concorsi in atto. Riguardo gli organici e soprattutto la formazione delle classi, posso dire con certezza che ho posto la priorità politica di rivedere il numero minimo che consente la formazione delle classi iniziali, a partire dai piccoli Comuni, montagna, piccole isole, in pratica una revisione del decreto 81/09 e in tal senso il mio ufficio sta lavorando.

Ci saranno sempre meno precari, ma anche chi è titolare di cattedra, considerando l’inflazione guadagna poco rispetto al resto d’Europa. Come risolvere il problema?

Intanto questo Governo ha aggiunto ulteriori 300 milioni in sede di contrattazione definitiva sull’aumento degli stipendi degli insegnanti al fine di valorizzare la funzione docente e adeguare il trattamento economico all’Europa. Anche qui la strada non è breve, ma ritengo che questo Governo abbia dimostrato in più occasioni di tenere alla professionalità dei docenti che ovviamente è questione economica ma non solo, penso alla tutela legale per atti e comportamenti altrui che li vedano parte lesa.

Ogni anno si discute sul rivedere o meno i programmi. È venuto il momento di farlo per davvero?

Un altro punto della nostra agenda è la revisione dei programmi e il potenziamento dello studio di alcune materie rispetto ad altre.

Cosa rivedere?

In particolare, per quanto riguarda una delle mie deleghe principali mi sto occupando della definizione delle linee guida dell’educazione civica, prevedendo un’istituzione di un gruppo di lavoro che comprenderà esperti vari, tra cui quelli sull’educazione alimentare per approntare in maniera condivisa e chiara quali saranno i contenuti della materia
Qualcuno, intanto, sostiene che la nostra scuola è ancora lontana da un mondo del lavoro che cambia. Avete pensato a qualche novità a riguardo?
Certamente, siamo consapevoli dell’importanza di allineare il sistema educativo con le esigenze del mondo del lavoro in continua evoluzione. La riforma degli Istituti Tecnici introdurrà una nuova filiera formativa tecnologico-professionale in Italia e realizzerà un maggiore collegamento con il mondo del lavoro, anche attraverso l’apprendistato formativo e un incremento delle ore di alternanza scuola-lavoro, inoltre per alcuni moduli didattici tecnici e laboratoriali, saranno assunti docenti esterni. Anche l’istituzione della figura del tutor per l’orientamento nella secondaria di secondo grado va in questa direzione, per consentire allo studente di fare scelte più consapevoli e mirate sia per il mondo del lavoro che per l’Università. Non da ultimo il potenziamento dei percorsi PCTO che sono stati da noi resi più sicuri con maggiori coperture assicurative ed INAIL.

In Italia, ad esempio, mancano gli hacker, gli smanettoni, chi ci difende sul web. Come farsi trovare pronti?

La sicurezza informatica è diventata campo cruciale e l’Italia, come altri Paesi, ha bisogno di esperti in questo settore e verso cui serve una formazione specialistica. La scuola ha il compito di preparare i giovani ad un uso consapevole del web e ad un corretto utilizzo degli strumenti informatici da un lato, dall’altro deve fornire le competenze digitali necessarie ad affrontare nuovi scenari e nuove professioni.

Tanti gli episodi di violenza negli ultimi giorni. Qualcuno se la prende con la scuola. Bisognerebbe cambiare qualcosa per andare sempre più incontro alle esigenze della nuova generazione?

Le nuove generazioni attraversano un momento difficile anche aggravato dalle conseguenze della pandemia. La famiglia, primo approdo educativo per il bambino, spesso non svolge più il suo ruolo. La scuola può e deve curarsi della crescita educativa dei bambini e dei ragazzi, ma perché l’azione sia efficace ci vuole anche l’intervento dei genitori. In ogni caso con l’educazione civica si potenzieranno le tematiche con oggetto educativo, come l’insegnamento del rispetto dell’altro sesso e di ogni essere vivente.

Basta far fare volontariato a chi viene sospeso?

Chi viene sospeso va poi seguito dalla scuola in modo che certi atteggiamenti che hanno portato alla sospensione non si ripetano più. L’opera di volontariato può essere utile a far riflettere chi ha commesso atti gravi. Da solo però non basta, ci vuole l’attenzione dei docenti e della famiglia per far rientrare il ragazzo nell’alveo della normalità.


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