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Esteri

La Striscia di Gaza è in un limbo

La transizione alla seconda fase del piano trumpiano è complicata

di Ernesto Ferrante -

Striscia di Gaza


Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite voterà domani una bozza di risoluzione degli Stati Uniti per approvare il piano di Donald Trump per Gaza. Il testo prevede in particolare un mandato fino al termine di dicembre 2027 per un “comitato per la pace” che dovrebbe essere presieduto dal presidente statunitense e l’invio di una “forza internazionale di stabilizzazione”. Oltre agli Usa, anche diverse nazioni arabe e a maggioranza musulmana, tra cui Egitto, Arabia Saudita, TurchiaEmirati Arabi Uniti e Pakistan, spingono per accorciare i tempi. L’attuale situazione di incertezza desta preoccupazione.

Il passaggio alla fase 2 del piano di Trump è difficile

Da Israele arrivano notizie non confortanti sulla transizione alla seconda fase del piano trumpiano. A bloccarla sarebbero divergenze sulla forza internazionale e sul disarmo di Hamas. Fonti a conoscenza degli ultimi sviluppi hanno riferito al canale “Al-Hadath” che le forze israeliane (Idf) starebbero lavorando insieme a Jared Kushner, genero del presidente americano, per definire un piano d’emergenza per la Striscia di Gaza in caso di ripresa delle ostilità.

La divisione della Striscia di Gaza in due parti

Gli Stati Uniti, stando al Guardian, stanno pianificando una divisione a lungo termine dell’enclave palestinese in una “green zone”, una zona verde sotto il controllo militare israeliano e internazionale, dove verrà avviata la ricostruzione, ed una “red zone”, una zona rossa ricolma di macerie che non sarà oggetto di interventi migliorativi tesi alla creazione di condizioni minime di vivibilità.

La strategia di Witkoff

L’inviato speciale statunitense Steve Witkoff starebbe preparando un incontro con Khalil al-Hayya, capo negoziatore di Hamas. L’iniziativa rivela la volontà dell’amministrazione trumpiana di mantenere un canale di comunicazione diretto con il movimento palestinese, anche se negli Usa è classificato come “organizzazione terroristica internazionale”. La data dell’eventuale colloquio non è stata ancora definita.

L’Unrwa denuncia il blocco degli aiuti destinati a Gaza

Israele sta violando il diritto internazionale continuando a imporre restrizioni ai flussi di aiuti verso Gaza, dove la popolazione continua a dover fare i conti con una grave carenza di cibo e beni di prima necessità. Lo ha affermato Natalie Boucly, vice commissario generale dell’Unrwa, in un’intervista rilasciata durante una recente visita a Bruxelles, aggiungendo che il mondo intero, compresi l’Ue e gli Stati Uniti, deve aumentare la pressione sul governo guidato da Benjamin Netanyahu affinché garantisca il loro passaggio illimitato.

Boucly ha fatto sapere che l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha cibo, tende e altri beni essenziali sufficienti a riempire l’equivalente di circa 6.000 camion. Le scorte potrebbero garantire la fornitura di cibo per circa tre mesi. E invece sono bloccate in Giordania ed Egitto.

Tel Aviv non sta rispettando la quarta Convenzione di Ginevra e un recente parere consultivo della Corte internazionale di giustizia secondo cui alla popolazione del territorio palestinese occupato devono essere assicurati “i beni essenziali per la vita quotidiana”.


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