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L’appello del Papa ai credenti: “Al lavoro per il disarmo”

Il pontefice: "Le religioni devono mettersi al servizio della pace"

di Martino Tursi -


Papa Leone chiede il disarmo integrale. Il pontefice è tornato su una vecchia proposta del Vaticano, redatta già ai tempi di Giovanni XXIII. Quando il mondo era in preda alle sincopi della guerra fredda e l’incubo dell’atomica era reale. Quanto lo è oggi quello della guerra. Che, tra droni, tecnologie robotiche e intelligenza artificiale, secondo Prevost, è diventata ancora più tragica.

Dal Papa un appello: “Disarmo integrale”

Leone XVI, nel messaggio per la Giornata mondiale della Pace, ha citato il suo illustrissimo predecessore rilanciandone la proposta. “Fu Giovanni XXIII ad introdurre per primo la prospettiva di un disarmo integrale, che si puo affermare soltanto attraverso il rinnovamento del cuore e dell’intelligenza”. E quindi chiama a raccolta tutte le religioni: “Un servizio fondamentale che le religioni devono rendere all’umanità sofferente, vigilando sul crescente tentativo di trasformare in armi persino i pensieri e le parole. Le grandi tradizioni spirituali, cosi come il retto uso della ragione, – aggiunge il pontefice – ci fanno andare oltre i legami di sangue o etnici, oltre quelle fratellanze che riconoscono solo chi e simile e respingono chi e diverso”.

Gli scenari secondo Leone

“Eppure oggi, ha quindi notato Papa Prevost “vediamo come questo non sia scontato. Purtroppo, fa sempre più parte del panorama contemporaneo trascinare le parole della fede nel combattimento politico, benedire il nazionalismo e giustificare religiosamente la violenza e la lotta armata”. Quella del disarmo integrale, per Papa Leone, non è una boutade né un’utopia. Ma un’impellente necessità che chiama i cuori dei credenti. Di tutti i credenti.

Il messaggio a chi crede

“I credenti devono smentire attivamente, anzitutto con la vita, queste forme di blasfemia che oscurano il Nome Santo di Dio. Perciò, insieme all’azione, e più che mai necessario coltivare la preghiera, la spiritualità, il dialogo ecumenico e interreligioso come vie di pace e linguaggi dell’incontro fra tradizioni e culture”, ha dichiarato il pontefice. Che ha aggiunto: “In tutto il mondo e auspicabile che ogni comunità diventi una casa della pace, dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono. Oggi più che mai, infatti, occorre mostrare che la pace non è un’utopia, mediante una creatività pastorale attenta e generativa”.


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