In un’Europa che sembra sorda e cieca, due ministri italiani hanno dimostrato di essere attenti a quanto sta accadendo in Cina, dove lunedì si è concluso il 25esimo vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco) e ieri si sono tenuti colloqui Russia-Cina, una riunione trilaterale Russia-Cina-Mongolia e diversi altri bilaterali. Il modello alternativo a quello occidentale a guida Usa è cristallizzato nella Dichiarazione di Tianjin, in cui si sostengono con forza il “rispetto del diritto dei popoli a scegliere in modo indipendente e democratico i propri percorsi di sviluppo politico e socio-economico” e l’adesione a politiche “che escludono approcci basati su blocchi e logiche di confronto nella soluzione dei problemi dello sviluppo internazionale”. I passi compiuti dalle potenze asiatiche non sono sfuggiti ad Antonio Tajani e Guido Crosetto.
La soluzione proposta da Tajani
“Dobbiamo lavorare per non rimanere chiusi nell’ambito del G7 per questo è fondamentale il rapporto con l’India. Dobbiamo a livello diplomatico fare molto ed essere anche noi protagonisti di un dialogo forte con tanti altri Paesi. Penso anche alla riforma delle Nazioni Unite. Siamo impegnati anche per questo, l’isolamento sarebbe un errore”. Lo ha detto il ministro degli Esteri italiano, segretario di Forza Italia, a margine della conferenza stampa di presentazione delle liste del partito azzurro per le regionali nelle Marche, in riferimento alla rinnovata intesa tra Cina, India e Russia.
L’analisi impietosa di Crosetto
Critico rispetto all’andazzo generale nel Vecchio Continente, è stato anche il suo collega della Difesa: “Io ho detto ai miei colleghi europei che molto spesso le nostre riunioni mi ricordavano quelle dei nobili che cadevano, i cui palazzi stavano cadendo a pezzi, che guardavano con disprezzo la borghesia nascente, ricordando la loro antica storia di nobiltà. Sono più di due anni che io dico, e qualcuno mi ha anche criticato, che la Nato era nata oltre 70 anni fa, quando il mondo era l’oceano Atlantico”.
“Adesso il mondo è tutto il mondo – ha proseguito il ministro Crosetto nella sua intervista a “Quarta Repubblica” in onda su Rete 4 – e un’organizzazione che nasce per mantenere la sicurezza e la pace nel mondo deve allargarsi alle nuove Nazioni del mondo: a quelle dell’Asia, partendo da quelle amiche come il Giappone o la Corea del Sud, come l’Australia, i Paesi anglofoni. Ma ho sempre detto allargandosi ai paesi del Sud, al Brasile. All’India”.
Importante è stato il passaggio sulle logiche imperanti in certi palazzi europei, sedi di aggregazioni di tecnocrati dalle visioni molto limitate. Per tornare ad avere un ruolo internazionale, secondo l’esponente di Fratelli d’Italia, l’Europa deve “intanto smettere di pensare che se l’Europa decide qualcosa, ma vale anche per l’Africa, e dice che la cosa giusta è quella che pensa l’Europa, tutto il mondo debba seguire. Noi abbiamo l’abitudine come europei di giudicare gli altri con i nostri parametri. Noi abbiamo regalato la Russia, alla Cina e all’India dicendo ‘voi non ci piacete perché non avete le nostre regole, non avete il nostro modello di inclusività, non avete le nostre regole morali’. E quindi il nostro giudizio ha spinto alcuni Paesi verso altri”.
L’asse Cina-Russia
Mentre a Bruxelles qualcuno si illude ancora di dettare regole e tempi, a Pechino Xi Jinping ha dichiarato che la Cina è disposta a collaborare con la Russia per “promuovere la costruzione di un sistema di governance globale più giusto e ragionevole” durante il faccia a faccia con il leader del Cremlino Vladimir Putin. “Le relazioni tra Cina e Russia hanno resistito alla prova dei cambiamenti internazionali”, ha aggiunto Xi.
I due alleati di ferro, alla costante ricerca di nuovi sbocchi, hanno firmato un memorandum “legalmente vincolante” sulla costruzione del gasdotto “Power of Siberia 2”, che trasporterà grandi quantità di gas russo in Cina. A confermare il raggiungimento dell’intesa è stato il Ceo di Gazprom, Alexei Miller. Per il numero uno del colosso russo del gas che ha accompagnato Putin, “questo progetto consentirà il trasporto di 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno dalla Russia attraverso la Mongolia”.
La capitale cinese è pronta per la parata militare in piazza Tiananmen. L’evento, destinato ad assumere una particolare rilevanza visto il contesto, vedrà la presenza di oltre 26 capi di Stato, a cominciare da Vladimir Putin e dal presidente nordcoreano Kim Jong-un. Davanti a circa 50mila invitati, il gigante asiatico presenterà nuove armi ipersoniche e droni subacquei.