Attualità

L’INGRANDIMENTO – Delega fiscale indietro tutta Bankitalia frena su Flat tax e imprese

di Cristiana Flaminio -


Delega fiscale, indietro tutta. Bankitalia suona la ritirata e indica al governo la via della patrimoniale. L’introduzione, in Italia, di un regime fiscale basato sulla tassa piatta con una pressione fiscale meno pesante, sarebbe, secondo gli economisti di palazzo Koch, “poco realistico” dal momento che il nostro Paese vanta “un ampio sistema di welfare” (funzionasse, almeno…) e, soprattutto, a causa dei “vincoli di finanza pubblica”. Il caposervizio assistenza e consulenza fiscale di Bankitalia, Giacomo Ricotti, ha pronunciato parole chiare, e nette, davanti ai deputati della Commissione fiscale. Ha parlato della delega fiscale, della riforma. E ha proposto un’inversione di visuale: “Nell’ottica dello stimolo alla crescita economica, andrebbe spostato l’onere tributario dai fattori produttivi (lavoro e capitale) alle rendite e ai consumi”. Insomma, una patrimoniale e qualche tassetta extra sui beni di consumi, magari un aumento dell’Iva. Palazzo Koch, inoltre, boccia la strategia del governo: “Molti degli interventi comporteranno perdite di gettito. Al momento – ha spiegato Ricotti – sono previste delle coperture solo per il superamento dell’Irap con la nuova sovraimposta Ires”. E quindi ha aggiunto: “Non è chiaro né quali incentivi fiscali saranno oggetto della razionalizzazione né l’entità delle risorse che potranno essere recuperate”. Ma non basta. Perché il Ddl sulla delega fiscale, secondo Bankitalia, “non affronta poi il tema del coordinamento delle imposte sui redditi con le imposte patrimoniali (Imu, bollo sui prodotti finanziari, Ivie e Ivafe), nonostante il fatto che la loro coesistenza possa determinare un carico tributario complessivo prossimo, se non superiore, a quello che si avrebbe con l’aliquota marginale massima
dell’Irpef”. Dubbi anche sulla tassazione delle imprese dal momento che “la delega nel suo insieme appare ispirata a favorire le imprese di dimensioni più contenute”. Per Ricotti, le microimprese, con meno di dieci dipendenti “costituiscono senz’altro un tassello importante e dinamico del nostro sistema produttivo” ma il loro numero “rimane straordinariamente elevato”.


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