Esteri

L’INGRANDIMENTO – La battaglia di germanio e gallio: la guerra dei chip tra Cina e Occidente

di Eleonora Ciaffoloni -


Nuovo atto nella guerra dei chip: una mossa improvvisa da parte della Cina intensifica il conflitto con gli Stati Uniti. Perché il governo del dragone ha introdotto delle restrizioni alle esportazioni di gallio e germanio, due metalli critici, non solo finalizzati alla produzione di semiconduttori ad alte performance, ma anche importanti per avere applicazioni fondamentali nel settore militari, delle telecomunicazioni e nella costruzione di veicoli elettrici e di pannelli solari.

L’annuncio è arrivato lunedì 3 luglio, a poche ore di distanza dall’annuncio della visita della segretaria al Tesoro statunitense Janet Yellen a Pechino del prossimo 6 luglio, in vista di un “disgelo” tra le due potenze. “In conformità con le disposizioni pertinenti della Legge sul controllo delle esportazioni della Repubblica popolare cinese, Legge sul commercio estero della Repubblica popolare cinese e Legge doganale della Repubblica popolare cinese, al fine di salvaguardare la sicurezza nazionale e interessi nazionali, con l’approvazione del Consiglio di Stato, si decide di attuare controlli sulle esportazioni di articoli legati al gallio e al germanio”, si legge nel comunicato del ministero del Commercio. Un comunicato che sottolinea l’attenzione alla sicurezza nazionale più spesso citata dal presidente Xi Jinping, che racchiude una decisione che sintetizza il braccio di ferro contro gli Usa e i suoi alleati – che negano alla Cina alcuni prodotti finali dell’hi-tech – rafforzato lato cinese dall’imposizione di un razionamento dal lato dei componenti. Perché se gli Usa applicano le restrizioni per limitare l’accesso alla tecnologia avanzata, Pechino possiede una sorta di semi-monopolio sulle materie prime e i componenti per l’alta tecnologia, insieme alla gestione della distribuzione delle stesse.

Una mossa non inaspettata che fa capire come la Cina non intenda arretrare in questi settori strategici mirati a costruire una autonomia industriale. Ma è anche una mossa che mette in luce le difficoltà dell’Occidente – e degli Usa – che ha cercato di contenere l’avanzata del dragone in campo tecnologico, ma senza successo. E così dal prossimo mese le aziende cinesi del settore dovranno ottenere licenze speciali per esportare gallio e germanio. A scontare la decisione, oltre agli Usa, gli alleati Giappone e Olanda, che avevano aderito all’embargo di Washington. Per i primi, la limitazione colpisce 23 diverse tipologie di macchinari per la fabbricazione di semiconduttori, mentre per gli olandesi a risentirne saranno le “super stampanti” per microchip.


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