Attualità

L’INTERVISTA – Il generale Vannacci: “Io con la Lega? Potrei pensare anche ad altro”

di Domenico Pecile -

Il generale Roberto Vannacci


Si gode la ribalta. Arrivata quasi inaspettatamente, o perlomeno oltre ogni più rosea previsione, grazie al suo “Il mondo al contrario”. Lui, il generale Roberto Vannacci, se fino a pochi giorni fa affermava “faccio il militare, per ora, poi se cambierò idea e mi candido ve lo dirò”, ieri ospite a Udine del Corsaro della Sera, di cui è direttore Marco Belviso – oggi una delle persone più vicine al generale e fra i promotori dell’associazione politica nata nel Nord Est a sostegno della candidatura di Vannacci -, ha aggiunto che ancora non ha sciolto il nodo ma “potrei pensarci anche se me lo chiedessero la Schlein oppure Fratoianni”.
Generale, si aspettava tutto questo ritorno mediatico dal suo libro?
No, nel modo più assoluto, credevo che il libro sarebbe finito nelle mani di poche centinaia di persone
E c’è un merito in tutto questo?
Sì, dei suoi colleghi, quelli che mi hanno sputtanato e che in realtà hanno fatto un’operazione di marketing eccellente che potrebbe essere insegnata. Infatti, li ho ringraziati.
Nei suoi incontri si è fatto un’idea di chi è il suo stereotipo di fan? Perché la seguono?
Ce ne sono tanti. La maggior parte dai 35 anni in su, ma ci sono pure moltissimi giovani che credono nell’Italia, nei valori e nella patria.
Generale, ha fatto pace col ministro Crosetto?
Crosetto è il mio ministro, gli devo rispetto, onore e disciplina. E quindi non commento.
Dal libro alla politica il passo è breve. È così?
La politica è persuasiva, è l’arte del governo, si occupa di tutto, nel senso che deve gestire anche il potere e la cosa pubblica. Io invece parlo sì di problemi sociali, ma non per governare o ottenere voti.
È stato tirato dalla giacca in queste settimane?
Certo che sì. Lo stanno facendo, ma io voglio essere il padrone del mio destino. Nessuno deve decidere mai al posto mio. Non cambio idea e qualsiasi cosa farò sarà coerente con quello che ho scritto.
Si può dire che ha un occhio di riguardo per il centrodestra?
Si dicono tante cose. Prima mi voleva Forza Nuova, poi Alemanno, poi la Lega, ma io potrei anche pensare ad altro… Potrei pensarci anche se un posto in politica me lo offrissero la Schlein o Fratoianni. Non precludo nulla.
Ovviamente è una provocazione?
Certamente, non è mai successo. Anche se certe sfaccettature alla sinistra potrebbero non dispiacere. Come l’identità, la famiglia, la natalità e c’è anche una sinistra patriota.
Riscrivesse il libro, cambierebbe qualcosa?
Non cambierei nulla. Non offende nessuno. Non lede la dignità di alcuno, è un libro per così dire passivo, nel senso che se vuoi lo acquisti, diversamente no. Insomma, se ci sono cose spiacevoli, nessuno è obbligato a leggerle.
Generale, ma lei è un razzista?
Usiamo le parole per il loro significato. Il razzista crede in una razza superiore. Io no. Io descrivo la pura realtà: le etnie diverse e le vorrei esaltare. Il mio è un elogio delle differenze.
C’è un politico che le piace in particolare?
Mi sono simpatici quelli che vogliono rilanciare il Paese e lo vogliono il più bello del mondo, esaltandone le specificità.
È vero che sta scrivendo un altro libro?
Sì è vero, è una rivisitazione di alcuni concetti de Il mondo al contrario arricchiti di esperienze personali.


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