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Maltempo: i morti, i danni, l’allerta in tutta Italia, le polemiche sul dissesto

di Angelo Vitale -


Maltempo, al termine della seconda giornata il resoconto delle vittime e la stima iniziale dei danni. Sono sette le vittime accertate e un disperso per l’ondata di maltempo che ha colpito la Toscana, 300 gli sfollati, 12mila persone isolate a Campi Bisenzio, da 40mila scese prima a 9mila le utenze elettriche interrotte, ora contate in seimila in serata. I dati, anche nel report del capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, che ha citato i numeri forniti dalle prefetture. Potrebbero ammontare invece a più di 300 milioni di euro i danni provocati dalle alluvioni, tra pubblico e privato, come riferito il presidente della Regione, Eugenio Giani.

“Ipotizziamo 300 milioni di danni. Ma si tratta – ha avvertito – di una stima assolutamente parziale e che fa riferimento solo ai dati raccolti in questi primi giorni. Servirà almeno un’altra settimana per avere numeri più certi”.

Intanto si continua a lavorare ai soccorsi alla popolazione e si guardano le previsioni meteo. La buona notizia è che i livelli di fiumi e torrenti sono tutti in diminuzione e sotto soglia, ma in serata è previsto l’arrivo di una nuova perturbazione che potrebbe complicare la situazione, ed infatti è stata emessa un’allerta arancione per pioggia, temporali e vento. Le donne e gli uomini della Protezione civile regionale non si sono fermate per tutta la notte. Sono state predisposte evacuazioni preventive, assieme ai sindaci. A Montale, nel Pistoiese, a Montemurlo e Prato alcune abitazioni nelle aree in corrispondenza delle rotture del torrente Agna e del torrente Bagnolo sono state abbandonate durante l’allerta dai loro inquilini.

Il dipartimento nazionale della Protezione civile ha inviato la propria colonna mobile e ed altre sono in arrivo da Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta, Marche, Umbria e Lazio. Il consiglio, ha ricordato Giani, rimane quello a non mettersi in viaggio nelle zone colpite dal maltempo, per non intralciare i soccorsi.

Fabrizio Curcio ha annunciato la firma della prima ordinanza d’intesa con la Regione, dopo il riconoscimento dell’emergenza nazionale da parte del Consiglio dei ministri, che permetterà di mettere a disposizione le prime risorse per aiutare la popolazione.

Si ragiona anche su dove piazzare le idrovore. “Purtroppo spostare grandi masse d’acqua non è semplice ed occorre iniziare dalle aree più basse. E’ comprensibile la pressione dei cittadini, che chiedono che vengano liberate le loro case – ha spiegato l’assessora Monia Monni – ma ci sono alcuni punti dove al momento non è ancora possibile intervenire e si dovrà procedere per gradi”.

Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di domenica allerta arancione su buona parte dell’Emilia-Romagna, sull’Alta Toscana e su alcuni settori di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Liguria. Valutata, inoltre, allerta gialla, sulla Provincia Autonoma di Bolzano, su Umbria, Marche, Lazio, Campania e su alcuni settori di Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria.

Sul maltempo e sul dissesto idrogeologico che sta evidenziando, non cessano le polemiche. Dopo quelle della segretaria del Pd Elly Schlein rintuzzate da molti esponenti del centrodestra, oggi è la volta di Matteo Renzi: “Con questa pioggia se non ci fosse stato il Mose, Venezia sarebbe andata sotto acqua. Se non ci fossero state le nuove casse del Valdarno e Bilancino, Firenze sarebbe andata sotto acqua. Abbiamo protetto Venezia e Firenze grazie a delle opere pubbliche super criticate ma che hanno salvato due simboli della bellezza mondiale. Le opere pubbliche però servono dappertutto, dal Seveso al Bisenzio, non solo per le città d’arte”, spiega il leader di Iv.

“Chiedere di combattere il cambiamento climatico è giusto – aggiunge ma non può diventare l’alibi per dire di no alle opere pubbliche necessarie: bisogna fare le opere e gli impianti necessari e bisogna farli subito. Facciamolo insieme, diamo senza ritardi i ristori a chi ha perso tutto, riapriamo l’unità di missione Italia Sicura e diciamo basta ai signornò delle burocrazie”.

Ritornano pure in primo piano le opere finanziate dal Pnrr e le polemiche che da sempre le accompagnano, per una marcia a rilento causata dai ritardi locali nella realizzazione. Finora in impasse interventi per 1,3 miliardi mentre, extra Pnrr, negli ultimi anni gli stanziamenti centrali per 21 miliardi hanno prodotto solo meno del 6% di opere.


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