Cultura & Spettacolo

Marco Petean e i suoi Teatrini dell’Arte Le rivelazioni dell’atelier

di Redazione -


Lunedì 1 maggio nella storica Casa Tartini di Pirano, verrà inaugurata la Mostra “Teatrini dell’Arte”, la prima mostra personale al di fuori dei confini Italiani, dello scultore Marco Petean, curata da Fulvia Zudič e presentata da Laura Vianello.
Le opere esposte narrano di uno dei luoghi più magici e misteriosi per un artista: l’atelier, spazio di rivelazioni e di svelamenti, dove è possibile vivere lo stato di sospensione tra ciò che non è ancora e ciò che sarà, ovvero il momento della creazione dell’opera d’arte. Il racconto di Marco Petean, artista che da tempo si è affermato con le sue opere originali in materiali a lui cari si svolge all’interno di piccoli teatrini di terracotta policroma, materia che da molti anni viene lavorata anche tra le mura di Casa Tartini, riconosciuta a livello internazionale proprio come tempio di creatività. Il “teatrino” di Marco Petean, nella sua forma materiale e immateriale, con i suoi colori, il disegno delle forme e la sua concezione nello spazio, evoca quelli storici di Fausto Melotti, che li concepiva come spazio idealizzato, luogo mentale di fuga, di riflessione e di metabolizzazione delle realtà. Sono dimore di un’esistenza “incantata e tragica, capricciosa ed angosciata”, simbolo “della farsa e del dramma” comuni alle vite di ognuno.
Ma, a guardarli bene ricordano anche quei celeberrimi e celebrati teatrini dell’artista romana Giosetta Fioroni, che al loro interno assemblava ambienti immaginari e oggetti in miniatura lasciando fluire i ricordi dell’infanzia intrecciati al mondo della fiaba e della leggenda, quasi alla ricerca di un mondo perduto; o quelli di Lucio Fontana che li descriveva come “forme che l’uomo immagina nello spazio”, “ambienti spaziali” caratterizzati da cornici che riconducono al concetto di quinte teatrali. Palcoscenico dove lo spazio rappresentato era quello di una “scatola teatrale”.
Marco Petean, ha uno storytelling a cui lavora da tempo: racconta gli artisti intenti a lavorare nei loro studi, mettendo in scena le emozioni provate nel momento della creazione ma anche riproducendo con precisione gli spazi interni, i cavalletti, i colori, le tele i pennelli, libri, oggetti di cui l’artista si circonda e che contribuiscono ad ispirare il suo lavoro. Si crea, con questo racconto materico così un’atmosfera carica nel medesimo tempo, di ordine o caos, di tensione o estrema calma, delineando di conseguenza anche la personalità dell’artista ritratto. Nei teatrini convivono gli opposti, tenuti insieme dal fil rouge di una poetica intima e personale, che al di làdi una rappresentazione figurativa e onirica al contempo, scava nei tratti più intimi e profondi sia degli artisti ritratti, protagonisti selezionati, che dell’artista in sé.
Lo scultore friulano narra gli artisti narrando se stesso e la sua sensibilità in un dialogo tra soggetto e scultore che si percepisce nella materialità psicologica di questi contenitori di racconti, dove il teatro è un pretesto per inserire l’artista in uno spaccato della propria vita a uso del consumatore, spettatore privilegiato. Di carattere riservato e curioso Petean è entrato in punta di piedi, con rispetto e sincero interesse, prima in atelier di artisti conosciuti a livello regionale e nazionale, ed infine a studiare, documentandosi in modo appassionato sui grandi artisti storicizzati, come Francis Bacon, Lucian Freud, Pablo Picasso, Max Ernst, Alberto Giacometti e molti altri. Ognuno di essi rappresentato con quei pochi, rappresentativi e iconici oggetti di vita che tracciano un identikit culturtale e interiore essenziale quanto ricco di poesia.
“Entrare nello studio di un’artista corrisponde a condividere il suo spazio intimo, conoscerne la storia, ritagliarsi piccoli istanti privilegiati in cui l’artista regala il racconto di un aneddoto particolare”- spiega l’artista, descrivendo un lavoro che va avanti da anni e che in questa personale trova l’espressione più completa.
Per la prima volta, insieme alle sculture divenute il simbolo della ricca produzione artistica, vedremo anche disegni e bozzetti.

La mostra trascinerà lo spettatore in un viaggio emozionante nella storia dell’arte, facendo intuire il mistero racchiuso in quella scintilla intellettiva che permette all’uomo di creare.

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