Maura Bloom: essere bambolotti è una cosa seria
Il catcalling può essere considerato “un gioco” e comprende tutte le cosiddette “molestie di strada” che possono intendersi gestuali oppure verbali (anche attraverso fischi o suoni come il clacson), che vengono subite, nella stragrande maggioranza, dalle donne. Le molestie di strada, che rientrano nella sfera delle molestie sessuali, da parte di sconosciuti, con affermazioni che possono essere più o meno esplicite (spesse volte con affermazioni a sfondo sessuale), nel nostro paese non costituiscono specificatamente un reato, a meno che non rientrino nel disturbo alla persona o alle molestie (con arresto fino a sei mesi e una sanzione di 516 euro-articolo 660 del Codice Penale-). Il suo “nome in codice” è “Maura Bloom”, una comica napoletana, con un passato parigino ed un futuro internazionale, che ha traslato la realtà del catcalling, invertendo i canoni degli stereotipi e degli approcci maschili, nei confronti delle donne.
Se il mondo cambiasse traiettoria e se anche la parte femminile iniziasse ad avvicinarsi a quella maschile, con i medesimi atteggiamenti, frasi e comportamenti, le norme sociali appartenenti a ciò che passa per quotidianità e normalità, sarebbero soggetti ad una dimensione parallela. E se, il catcalling iniziasse ad invadere le giornate del sesso maschile ma il tutto approcciato con intelligenza e humor, dove condurrebbe? Lo abbiamo chiesto direttamente alla diretta interessata.
Chi è Maura Bloom e cosa fa nella vita?
“Prima di ogni altra cosa, sono una comica, autrice e performer. Scrivo, porto in scena i miei monologhi e creo video satirici sui social. Ho creato un multiverso comico in cui i ruoli di genere sono ribaltati: le donne comandano, fanno catcalling al genere maschile e decidono cosa gli uomini possono fare con il loro corpo. Così, tanto per pareggiare i conti con la realtà”.
Com’è nata l’idea dello stravolgimento degli stereotipi?
“È nata da una domanda semplice: e se fossimo noi donne a trattare gli uomini come la società tratta noi? Ho voluto prendere gli stereotipi sessisti, le ingiustizie, le frasi fatte, e ribaltarli. Non per vendetta, ma per far ridere e riflettere. Il mio obiettivo non è accusare, ma svelare l’assurdità di certe dinamiche, semplicemente cambiando prospettiva. L’umorismo è un’arma potente: fa ridere e smuovere le coscienze”.
Quanto vieni attaccata per la tua ironia reale nei tuoi video?
“Parecchio. Ma quando ti attaccano vuol dire che hai colpito qualcosa di vero.
La cosa buffa è che spesso mi accusano di “odio verso gli uomini”, quando in realtà il mio lavoro è pieno d’amore: amore per la giustizia, per la libertà e anche per i bambolotti fragili del mio multiverso.
Mi arrivano commenti tipo: “E se fosse il contrario?”… E io penso: ma guarda un po’, è proprio quello che sto facendo!”
Progetti attuali, futuri e desideri?
“In questo momento sto portando in giro il mio spettacolo a teatro, ho partecipato al TEDx con un monologo sull’accettazione del corpo e mi piacerebbe tanto scrivere un romanzo ambientato nel mio multiverso; spero di trovare tempo per poterlo realizzare presto.
Sogno in grande e spero che diventi un film. Vorrei continuare a fare satira, ma anche aprire spazi di dialogo e creare comunità”.
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