Nazionale: Ranieri forse, Pioli piano B a rischio
Nessuno si preoccupa della partita degli azzurri contro la Moldova. Il mondo del calcio e i tifosi si interrogano sul successore di Spalletti e sulle ultime novità
Ranieri ct azzurro: è fatta, è possibile o impossibile? Una corsa contro il tempo in una giornata dall’andamento atipico, dopo una decisione singolare: oggi il mondo del calcio italiano e quello dei tanti tifosi della nazionale, dentro e fuori i confini del nostro Paese, avrebbe dovuto occuparsi soltanto del pre-partita rispetto al match di stasera che vedrà impegnati gli azzurri contro la Moldova. Invece Luciano Spalletti ha appreso di essere stato esonerato con una decisione che diventerà ufficiale ed esecutiva solo al termine della partita. Mentre si accelerano, ripiegano nella quasi certezza o nella pura indiscrezione priva di alcun fondamento, le voci sulla convinzione di Gabriele Gravina, presidente della Figc, su Claudio Ranieri quale successore di Spalletti.
L’incertezza sull’incarico
Nessuno che si preoccupi, quindi, di quale formazione Spalletti manderà in campo – sarà Donnarumma, Di Lorenzo, Coppola, Bastoni, Cambiaso, Frattesi, Ricci, Tonali, Dimarco, Orsolini, Lucca? – , nessun rumor sull’umore dei calciatori, nessuna voce dallo spogliatoio, mentre emergono, grosse come macigni, le notizie sulle norme federali che vieterebbero il doppio incarico di Ranieri e pure sul parere che la proprietà della Roma stia valutando di dare per consentire a Ranieri, attuale senior advisor dei giallorossi, di poter diventare ct degli azzurri. La Roma non intende rinunciare a Ranieri, su Ranieri Gravina punta tutte le sue carte auspicando che, con i risultati, sia raggiunto il target dell’equilibrio interno allo spogliatoio per evitare di continuare ad avere grane e a veder così minacciata pure la sua poltrona.
Cosa dice il regolamento federale, Ranieri come Herrera?
L’articolo 40 comma 4 del Regolamento del settore tecnico FIGC stabilisce che gli allenatori responsabili delle squadre nazionali italiane, e i loro vice, non possono tesserarsi né svolgere attività per società calcistiche nella stessa stagione sportiva, anche con mansioni diverse, a meno che non vi sia una risoluzione consensuale del contratto con la Figcc. Norma che innanzitutto mira a evitare conflitti di interesse e garantire la piena dedizione all’incarico della Nazionale, impedendo di fatto che un ct italiano possa ricoprire contemporaneamente un ruolo tecnico o gestionale in un club italiano. L’unico precedente storico in Italia risale al 1966-67 con Helenio Herrera, che fu contemporaneamente ct dell’Italia e allenatore dell’Inter, ma si tratta di un caso eccezionale e ormai superato, da più dimenticato, rammentato solo dalle cronache del calcio quando non era solo business e diritti tv.
Pioli dietro l’angolo?
Dietro l’angolo potrebbe spuntare Stefano Pioli, il piano B di Gravina. Ma tutti – Gravina per primo – non possono dimenticare la serie infinita di polemiche che, dentro e fuori dello spogliatoio, lo hanno recentemente accompagnato sulla sua ultima panchina, quella del Milan. Pioli ct azzurro, nelle prospettive dei pessimisti sull’incarico a lui, significherebbe spingere la Nazionale sull’orlo di un baratro.
Torna alle notizie in home