Netanyahu nega l’evidenza: “Non c’è la fame a Gaza” e Trump risponde
“Non c’è alcuna politica della fame a Gaza, e non c’è fame a Gaza”: queste sono le parole del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che, senza mostrare alcun segno di imbarazzo, ma anzi manifestando ritrovata sicurezza, ha negato quanto sta accadendo sulla Striscia di Gaza.
Fame a Gaza: la versione di Netanyahu
Le sue parole risalgono alla serata di sabato, quando il primo ministro è intervenuto ad una conferenza cristiana ospitata dalla consigliera di Trump e pastore evangelico Paula White. Secondo Netanyahu Israele “ha consentito gli aiuti umanitari per tutta la durata della guerra… Altrimenti non ci sarebbero abitanti di Gaza”. Il non arrivo dei rifornimenti agli sfollati, per Tel Aviv, sarebbe tutto da attribuire ad Hamas che con la propria organizzazione intercetta i rifornimenti per poi “accusare Israele di non fornirli”.
Sempre nella versione di Netanyahu Israele ha “consentito l’ingresso nella Striscia della quantità (di aiuti, ndr) richiesta dal diritto internazionale“, stimando che circa 1,9 milioni di tonnellate di aiuti umanitari sono state consegnate nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra nell’ottobre 2023. E se non fosse per le immagini che ogni giorno arrivano da Gaza e per i racconti-testimonianza dei volontari delle organizzazioni internazionali, forse la sua narrazione potrebbe sembrare anche credibile ai meno attenti. E anche se i giornalisti di tutto il mondo si trovano solamente ai confini delle zone di guerra – bloccati all’ingresso ormai da mesi e impossibilitati a raccontare sul campo quanto sta accadendo- , i fatti reali e ciò che avviene alla popolazione palestinese sono noti al mondo intero.
Un genocidio è in atto ed è operato da Israele attraverso più armi, non solo quelle da fuoco, ma anche quella della fame. A difenderlo, stavolta, di fronte alla negazione dell’evidenza, non ci sono neanche gli Stati Uniti. Il presidente Usa Donald Trump, durante il suo incontro con il premier britannico Keir Starmer in Scozia, ha risposto alla domanda di un giornalista che chiedeva se fosse d’accordo con Netanyahu. “Sulla base di quello che vedo in televisione – ha risposto – direi che non sono particolarmente d’accordo, perché quei bambini sembrano molto affamati”. Di certo, l’attacco del tycoon non è tra i più feroci, ma di fronte al livello di grottesco sfornato da Netanyahu, l’assenso sarebbe stato del medesimo livello.
Torna alle notizie in home