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Esteri

New York ha consacrato il nuovo eroe senza mantello del campo largo italiano

Per la segretaria del Pd Elly Schlein, “la sinistra torna a vincere con parole e programmi chiari”

di Ernesto Ferrante -


Zohran Mamdani a New York, Abigail Spanberger in Virginia, Mikie Sherrill in New Jersey e la “Proposition 50” per ridisegnare i collegi elettorali in California. L’elettorato ha dato quattro schiaffi a Trump mentre gli Stati Uniti si preparavano ad entrare nel 36esimo giorno di shutdown delle attività del governo. Per il tycoon si tratta di un importante campanello d’allarme in vista delle elezioni di medio-termine. L’agenda di questo suo secondo mandato, troppo incentrata sulla politica estera come vuole la componente “neocon” dell’amministrazione, sta consentendo ai suoi antagonisti di guadagnare terreno.

La vittoria di Mamdani è stata netta

Mamdani ha ottenuto il 50,4% dei voti, davanti all’ex governatore democratico, Andrew Cuomo, che correva da indipendente e si è attestato poco al di sopra del 41,5% delle preferenze, grazie alla spinta trumpiana. A distanza siderale il repubblicano Curtis Sliwa, intorno al 7%. In tutto hanno votato più di due milioni di elettori newyorkesi. Il nuovo primo cittadino del cuore finanziario degli Usa ha prevalso soprattutto grazie alla grande performance a Manhattan e Brooklyn, dove ha raccolto l’80% dei consensi, mentre Cuomo è riuscito a spuntarla soltanto a Staten Island.

Le credenziali del giovane sindaco

Il 34enne nato in Uganda, è figlio della celebre regista indiana Mira Nair. In un colpo solo ha totalizzato quattro primati: è il primo sindaco musulmano della Grande Mela, il primo di origini sud-asiatiche e il primo nato in Africa. Quando entrerà in carica il 1° gennaio, diventerà anche il sindaco più giovane della metropoli. L’ex Young Cardamom (o Mr Cardamom), come si faceva chiamare un decennio fa quando voleva sfondare nel mondo della musica, si è rivelato molto abile a comunicare sui social con un linguaggio informale ed essenziale, che lo fa percepire come “vicino”, soprattutto tra i giovani.

I versamenti dei piccoli e lo sponsor pesante

Il socialista democratico si è mosso con astuzia in materia di raccolta di fondi. La sua campagna elettorale è stata completamente autofinanziata in maniera diretta da oltre 20mila piccoli sostenitori, che hanno donato una media di 80 dollari ciascuno. Indirettamente, invece, è arrivato il supporto della Open Society Foundations di George Soros, che ha erogato circa 37 milioni di dollari a vari gruppi che l’hanno spinto attivamente. Circa il 71% degli “aiuti” è arrivato da tifosi fuori New York. Alexander Soros, figlio di George, si è complimentato con il suo pupillo con un post emblematico: “Felice di essere un newyorkese. Il sogno americano continua! Congratulazioni, sindaco”.

La sfida di Mamdani a Trump

“In questo momento di buio politico, New York sarà la luce”, ha detto Zohran Mamdani nel suo primo discorso dopo il voto. E ancora: “Se qualcuno può dimostrare a una Nazione tradita da Donald Trump come sconfiggerlo, è la città che gli ha dato i natali”. Poi, sfidando il capo della Casa Bianca: “Donald Trump, so che stai seguendo, ho quattro parole: ‘turn up the volume’ (alza il volume)”.

La riscossa dei moderati in Virginia e New Jersey

In Virginia, Stato in cui risiedono molti dipendenti federali colpiti dalla cesoia del duo Trump-Musk, i dem hanno vinto con la moderata Abigail Spanberger, che con il 56% dei voti ha staccato di 12 punti l’avversaria repubblicana Winsome Earl-Sears, di origini afroamericane. I democratici si sono imposti anche in New Jersey, dove l’altra “colomba” Mikie Sherrill ha conquistato il 57% dei voti, superando di 14 punti il repubblicano Jack Ciattarelli.

Superficiale la lettura del tonfo dello sconfitto. “Secondo i sondaggisti”, il fatto che “’Trump non era sulle schede elettorali e lo shutdown sono state le due ragioni per cui i repubblicani hanno perso le elezioni’”.

L’esultanza del centrosinistra italiano

Le elezioni newyorkesi e il trionfo del giovane sciita duodecimano sposato con l’artista Rama Duwaji, nata 28 anni fa in Texas in una famiglia siriana che vive a Dubai, hanno ridato nuovo slancio al centrosinistra italiano, che spera di replicare le gesta del suo nuovo idolo. Per la segretaria del Pd Elly Schlein, “la sinistra torna a vincere con parole e programmi chiari su stipendi dignitosi, sanità davvero universale, sul diritto alla casa, sui trasporti e i nidi gratis per chi non ce la fa”. Con un campo largo che fa acqua da tutte le parti e un Ohio in salsa marchigiana molto indigesto, viene anche naturale guardare all’Oceano e oltre.


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