Esteri

Niger, Meloni non vuole colpi di mano. Francesi evacuati, anche Tajani pronto

di Angelo Vitale -


Nessun braccio di ferro. E tantomeno nessun via libera alla tentazione di una forzatura “militare” al caos in Niger dopo il golpe, che potrebbe essere alla fine nelle corde solo della Francia, minacciata dal corteo filogolpista e filorusso alle porte della sua ambasciata: l’Italia vuole “una soluzione negoziale della crisi e la costituzione di un governo riconosciuto dalla comunità internazionale”. Questo l’esito del vertice di lunedì sera a Palazzo Chigi cui Giorgia Meloni ha chiamato il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e i vertici dell’Intelligence.

Attenzione prioritaria, durante la riunione, alla sorte degli “italiani presenti in Niger”: ieri Tajani definiva “al sicuro” i due italiani cui la nostra ambasciata ha suggerito di alloggiare in un albergo della capitale. Mentre la Francia ha deciso oggi l’immediata evacuazione dei cittadini francesi presenti a Niamey, dichiarandosi disponibile a farlo anche per gli altri europei ancora presenti nel Paese. Una mossa che può essere interpretata o in una definitiva cautela o nel possesso di informazioni sul possibile peggioramento della situazione.

AGGIORNAMENTO ORE 10.30

“Il governo italiano ha deciso di offrire ai nostri concittadini presenti a Niamey la possibilità di lasciare la città con un volo speciale per l’Italia. L’Ambasciata a Niamey resterà aperta e operativa, anche per contribuire agli sforzi di mediazione un corso”. Così su Twitter il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.


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