Politica

“Noi” riuniremo la vera sinistra e la porteremo in piazza

“Il consenso popolare nasce nelle piazze. Senza diventare partito, riuniremo quella sinistra che non si riconosce nel pensiero unico”. A dirlo Emanuele Dessì, neo presidente di Noi (Nuovo Ordine Internazionalista).

di Edoardo Sirignano -

EMANUELE DESSI' PARTITO COMUNISTA


di EDOARDO SIRIGNANO

“Il consenso popolare nasce nelle piazze. Senza diventare partito, riuniremo quella sinistra che non si riconosce nel pensiero unico”. A dirlo Emanuele Dessì, neo presidente di Noi (Nuovo Ordine Internazionalista).

Cosa significa questa sigla?

Priorità, adesso, è aggregare, stare insieme. Gli attuali equilibri internazionali, la geopolitica odierna, impongono unità. Occorre rompere la dicotomia classica tra destra e sinistra. Entrambe hanno lo stesso obiettivo: spostare l’attenzione su un mondo unipolare, a trazione atlantista.

Sarete l’ennesimo partitino antisistema?

Saremo alternativi a un sistema che si regge su regole sociali, politiche ed economiche che non ci appartengono. Non siamo l’ennesimo partito.

E allora cosa sarete?
A differenza delle forze populiste e antisistema che abbiamo visto fino a ora, a partire dal M5S, che non si definisce né di destra, né di sinistra, il nostro movimento è chiaramente di cultura socialista.

Siete disposti ad allearvi con gli altri partiti della coalizione progressista?

Siamo disposti a dialogare con tutti, non rinunciando alla definizione di socialisti. Il centrosinistra, negli ultimi anni, ha dimostrato di essere un grande centro. La sinistra vera non c’è più. Non ci sono, d’altronde, i temi che gli appartenevano. Dai diritto sociali si è passati a quelle civili. Si riesce a stare settimane a parlare di un orso, con tutto il rispetto dell’animale, mentre il valore dei nostri salari è fermo al duemila.

Una connotazione così marcata può funzionare nel quadro attuale?

Nella destra ci sono i soliti fascisti. Noi vogliamo restare quei socialisti e comunisti, che li hanno combattuti.

A cosa fa riferimento?

Qualcuno doveva spiegare a La Russa che se oggi può fare certe affermazioni o essere la seconda carica dello Stato è perché partigiani e uomini di sinistra hanno dato la vita per combattere il nazifascismo.

Bertinotti sostiene che si doveva abbandonare l’aula?

Sono d’accordo! Al posto di quelli del Pd, ci saremmo alzati e avremmo fatto opposizione contro il pensiero unico predominante.

Quali le priorità per “Noi”?

C’è bisogno di un cambiamento radicale nella ridistribuzione di risorse e redditi. Siamo rimasti a un capitalismo che ragiona in base a un pianeta abitato da tre miliardi di persone, mentre abbiamo due Paesi al mondo, la Cina e l’India, che da soli fanno un miliardo e mezzo di persone. Li criminalizziamo, al posto di comprenderli. Stesso discorso vale per i Brics e l’Africa. Rigettiamo i suoi figli dopo averla colonizzata e spolpata, dimenticando che siamo stati noi, con le nostre politiche, a impoverire e massacrare quella gente. Ignoriamo un’America, che tolti gli Stati Uniti, si è spostata a sinistra. Basti a pensare a Colombia e Messico, ora non più atlantiste. Ci rifiutiamo, come europei, di dialogare con l’Asia, pur dimenticando che è la nostra storia a portarci verso tale direzione.

Perché?

Per un conflitto drammatico bestiale che deve essere fermato. Una provocazione, che parte da lontano, ha causato questa situazione. Sbagliato demonizzare Russia e Bielorussia.

Detto ciò, esistono anche problematiche tutte italiane che non bisogna sottovalutare…

Le nostre priorità sono i pilastri su cui nasce la sinistra: i diritti sociali, la casa, il lavoro, la sanità e la scuola. Non ha senso parlare di salario minimo quando c’è un prezzo orario che non consente di pagare un affitto o portare una famiglia a mangiare una pizza.

Quale sarà il rapporto con i suoi ex compagni pentastellati?

Ho apprezzato Raggi, tra le prime a firmare il referendum contro la guerra. A seguirla Conte. Il nostro non è un partito. Non vogliamo adesioni, né vogliamo essere inglobati. Ecco perché siamo pronti a dare una mano a chi ha voglia di discutere su temi, troppo spesso ignorati dall’opinione pubblica. La narrazione unica è il vero nemico. Chiediamo alla nostra area politica di trovare finalmente le energie per ragionare insieme e riportare il consenso dalla nostra.

Sarete un movimento di strada, come quello francese?

Il consenso popolare nasce nelle piazze. Lì c’è un vuoto da colmare. Il Pd ha dimostrato di non essere partito di sinistra, svuotando purtroppo un’intera area culturale.


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