Salute

Nomenclatore Tariffario Ambulatoriale, UAP: “Serve aggiornamento o rischiamo una paralisi del sistema”

di Redazione -


L’UAP (Unione Ambulatori e Poliambulatori), che comprende le più rappresentative associazioni Imprenditoriali e di professionisti che operano nel S.S.N, Anisap, Confapi, FederLabItalia, Unindustria, FederLazio e Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti, ha espresso la propria posizione sul Nomenclatore Tariffar Ambulatoriale.

Lo ha fatto attraverso una nota che è stata inviata alle massime cariche dello Stato e ai vertici della Regione Lazio, in cui l’U.A.P. ha espresso preoccupazione per le conseguenze che il provvedimento varato dal governo avrà “sulla tutela della salute dei cittadini, sul sistema sanitario pubblico e sul privato accreditato”.

Come si legge nella nota, “Le associazioni tutte, nel riconoscere la necessità di provvedere ad un aggiornamento del Nomenclatore che porti ad una revisione delle prestazioni includendo quelle tecnologicamente avanzate e l’eliminazione di quelle ormai obsolete, si oppongono però fermamente alla revisione al ribasso dei rimborsi che, scendendo oltre la soglia di costo dei materiali stessi, arrecherà un danno alle strutture private, amplierà il debito delle strutture pubbliche e metterà a rischio la qualità delle cure offerte ai pazienti”.

Nella nota si ricorda anche che “Ai sensi del D.lgs. 502, le strutture pubbliche e le strutture private
concorrono su un piano paritario per assicurare ai cittadini italiani un’offerta in grado di attuare i LEA sul
territorio nazionale. Le strutture private sono il “valido” alleato delle strutture pubbliche, capaci di garantire rapidamente le prestazioni, performanti sia da un punto di vista di qualità dell’esecuzione che di consegna dei risultati”.

“I laboratori e ambulatori privati convenzionati, rappresentano realmente agli occhi dei cittadini i principali erogatori della medicina di territorio, un punto di riferimento per chi ha la necessità frequente di effettuare controlli e analisi, con la certezza di una risposta rapida e puntuale”.

E lo dicono i dati. “In alcune Regioni l’offerta privata soddisfa quasi la totalità della domanda di prestazioni, raggiungendo quote pari al 70-80%. Il ribasso dei costi imposti nel Nuovo nomenclatore alle strutture private accreditate, oggettivamente, impedirà l’erogazione delle prestazioni”.

A tal proposito, scrivono “Riteniamo necessaria una ulteriore verifica delle elaborazioni del Tavolo istituito presso il Ministero della Salute che in base a simulazioni hanno dichiarato la sostenibilità del sistema con queste tariffe! Sempre in virtù della stretta correlazione tra pubblico e privato, sopra richiamata, nella quale crediamo e nella quale fa affidamento la cittadinanza tutta, riteniamo che trattandosi di servizi inerenti la salute e la prevenzione, debba essere garantita la possibilità di lavorare con efficienza a tutti gli operatori del settore, siano essi privati che pubblici, senza mai perdere di vista che il fine ultimo è garantire a tutti, in tempi accettabili, la cura della propria persona”.

E concludono: “E’ determinante che il Governo differisca l’entrata in vigore del nuovo tariffario e che si riveda l’articolato ad oggi licenziato. Il rischio che si sta correndo è una paralisi, inevitabile e non voluta, dei laboratori privati e una utleriore congestione del pubblico chiamato a gestire una ulteriore domanda di servizi sinora soddisfatta dai privati convenzionati, con ulteriore aggravio economico sulla spesa ospedaliera pubblica già in grande deficit economico.


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