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Politica

Premierato e legge elettorale tornano centrali nel dibattito politico

di Giuseppe Ariola -


Dopo un lungo periodo di silenzio, la riforma del Premierato e la nuova legge elettorale si riaffacciano prepotentemente sulla scena politica. Non appena archiviate le elezioni regionali, entrambe le pratiche sono tornate prepotentemente al centro del dibattito parlamentare. Ufficialmente la prima, ufficiosamente la seconda. Dopo uno stop decisamente lungo, durato quasi un anno e mezzo, la maggioranza è infatti pronta a tirare fuori il testo del Premierato, che finora è stato esaminato e approvato solamente in prima lettura al Senato, dai cassetti di Montecitorio. Come chiesto direttamente dal governo, l’avvio dell’iter del provvedimento alla Camera è stato infatti calendarizzato per gennaio, una volta mandata in soffitta la manovra.

La spinta del governo

Il fatto che il centrodestra si prepari a riscaldare i motori sulla riforma mette però in pole position anche la nuova legge elettorale. Pur in mancanza di un testo già depositato, non è un segreto che il centrodestra sia al lavoro da tempo sulle norme di modifica all’attuale modalità di elezione dei parlamentari. Negli scorsi mesi sono girate diverse bozze con tanto di simulazioni relative al riparto dei seggi allegate. Forse, complici le difficoltà nell’assicurare una maggioranza solida e a prova di assenze fisiologiche al Senato con una legge tutta proporzionale, quindi senza seggi da assegnare in collegi uninominali, il dossier ha però subito uno stop. Adesso però, che la quadra sia stata trovata o meno, sembra giunto il momento di ripartire. La conferma è arrivata dallo stesso Giovanbattista Fazzolari, l’uomo forte di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. È stato proprio il sottosegretario a tentare di legare indissolubilmente la riforma del Premierato alla nuova legge elettorale.

Due riforme collegate

L’intento è chiaro e ha anche una sua logica: far sì che la seconda sia funzionale alla prima. Tecnicamente, questo si traduce con la presenza del nome candidato a ricoprire l’incarico di Presidente del Consiglio direttamente sulla scheda elettorale. Prima però, onde evitare forzature che in qualche modo confliggerebbero anche con l’attuale impianto costituzionale, che assegna al Presidente della Repubblica il compito di nominare il capo del governo, c’è bisogno che il Premierato venga approvato in tutte e quattro le letture parlamentari richieste, alle quali seguirà senza alcun dubbio un referendum confermativo. Senza l’approvazione della riforma costituzionale è, insomma, difficile cambiare la legge elettorale prevedendo la presenza del candidato premier sulla scheda.

Verso il proporzionale con premio di maggioranza

Quello che invece si può certamente fare è introdurre un sistema completamente proporzionale con un premio di maggioranza in grado da assicurare i numeri necessari a garantire la governabilità. Tradotto, il 55% dei seggi per chi ottiene il 40% dei voti. È questa l’ipotesi più accreditata che da tempo circola nei corridoi del Parlamento e nelle segreterie dei partiti. Una formula che pur con qualche timidezza, in particolare per quanto riguarda la Lega, trova sostanziale favore all’interno della maggioranza che parla dell’importanza di modificare la legge elettorale come di un’urgenza. Segnale che le bozze hanno ripreso a girare.

L’ipotesi di una nuova legge elettorale agita l’opposizione

Dall’opposizione, invece, è già partita una levata di scudi su tutto. Un po’ perché i partiti più piccoli rischierebbero di essere sfavoriti dalla soppressione della quota maggioritaria che assicura loro qualche seggio in più. Un po’ perché la sfida per la leadership del centrosinistra entra adesso nel vivo e lo spettro del premierato impone un’accelerazione che compromette ulteriormente i già precari rapporti di forza in un campo largo sul quale campeggia un punto interrogativo gigante. Non a caso da Pd e Movimento 5 Stelle si prova a mischiare le carte nel tentativo di guadagnare tempo, ipotizzando il timore del centrodestra di perdere le prossime politiche e definendo Premierato e nuova legge elettorale come “iniziative dettate dall’ansia”. La sensazione, però, è che una certa apprensione agiti invece proprio loro.


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