Economia

Non è un Paese per donne

di Giovanni Vasso -

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Sale l’occupazione femminile ma l’Italia resta ancora in coda nelle classifiche Ue. L’Istat, ieri, ha diffuso i dati legati al lavoro in rosa. E di sorprese, purtroppo, non ce n’è. Già, perché il nostro si conferma un Paese poco incline a dare una chance lavorativa alle donne. Anche se, almeno questo, c’è di buono che il tasso di occupazione femminile è salito, nel secondo trimestre di quest’anno, al 52,6%. Dato che, se confermato, porterebbe il trend di crescita a una percentuale dell’1,2%. Ma non basta. Perché l’Italia resta desolantemente sotto le medie Ue. Nel 2022, infatti, il tasso di occupazione femminile ha registrato un gap pari a 13,8 punti. La distanza è aumentata rispetto al periodo pre-Covid quando il distacco tra Italia e resto d’Europa si attestava “solo” a 12,7 punti.

La chiave sta nei titolo di studio. Studiare, evidentemente, paga. Perché, come riferisce l’Istat, le laureate presentano un tasso di occupazione superiore di due punti rispetto allo stesso trimestre 2019 (pre-pandemia), quelle diplomate vantano un tasso dello 0,8% in più mentre per le donne con la licenza media ogni vantaggio si annulla. Il rapporto è chiaro: le laureate hanno un tasso di occupazione superiore di due volte e mezza a chi, invece, vanta un titolo di studio inferiore. Un gap che rimane solido anche se si prendono in considerazione le donne diplomate. Il distacco con le laureate pare incolmabile: 22 punti. Rispetto al Nord, l’incidenza del titolo di studio per il lavoro è ancora più importante dove quasi il 70% di loro ha un posto di lavoro. Si tratta dell’unico indicatore in grado, se non di rivaleggiare, quantomeno di reggere il passo con il Settentrione. Perché se si prendono in considerazione le altre fasce, il confronto non esiste. La conclusione è facile e la traccia l’Istat. Il titolo di studio “risulta fondamentale per la partecipazione al mercato del lavoro delle donne: esso influenza sia l’entrata nel mercato del lavoro sia le opportunità lavorative, anche in un`ottica di riduzione dei divari di genere”.

C’è un’altra circostanza, di cui ha parlato di recente la premier Meloni, e riguarda il rapporto tra occupazione femminile e carichi familiari. Secondo i numeri dell’Istat, nel secondo trimestre 2023 il tasso di occupazione delle 25-49enni è pari all`81,3% se la donna vive da sola, scende al 76,2% se vive in coppia senza figli e al 60,2% se ha figli. I numeri parlano chiaro.


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