Esteri

PRIMA PAGINA – Ok ad Aspides e Bruxelles stanzia fondi per la difesa Ue

di Martina Melli -


Il Parlamento ha approvato, con un’inedita intesa tra maggioranza e opposizione, tre nuove missioni internazionali: Euam per l’Ucraina, Levante sul conflitto Hamas-Israele e Aspides per la difesa del Mar Rosso. Con la deliberazione, conclusasi ieri in Senato, è stata autorizzata per un anno, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, la partecipazione dell’Italia alle tre missioni a scopo difensivo e mai offensivo, come voluto dalla risoluzione presentata dal M5s. Aspides, come specificato dal ministro Tajani, ha valenza difensiva nei confronti della flotta che subisce attacchi Houthi lungo la tratta del Mar Rosso. L’intento di questi attacchi è quello di colpire non solo l’Italia ma tutti gli “alleati di Israele”, alterando la rotta fondamentale dove passa il 17% del traffico internet, il 12% del commercio globale e circa 6 miliardi di esportazioni nostrane.
“Aspides agirà con compiti di natura difensiva, la missione non potrà cioè intraprendere azioni di tipo preventivo. Non è una missione diretta contro nessuno, ma a difesa di un principio: la libertà e la sicurezza della navigazione. Le risposte saranno condotte nel pieno rispetto del diritto internazionale, quello consuetudinario e il diritto all’autodifesa in caso di attacco imminente o in corso, su navi proprie o di terzi, così come previsto all’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Aspides agirà inoltre in piena conformità con la Convenzione Onu sul diritto del mare”. Il ministro degli Esteri ha evidenziato che “le attività esecutive potranno essere svolte solo nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, a sud della latitudine di Mascate. Dovrà in ogni caso trattarsi di risposte necessarie e proporzionate e comunque sempre in mare o nello spazio aereo. In nessun caso Aspides potrà essere coinvolta in operazioni sulla terraferma”.
Nella giornata di ieri è stata approvata all’unanimità la missione Levante, finalizzata a “fronteggiare una potenziale escalation nel conflitto Israele-Hamas, inclusi interventi umanitari a favore della popolazione civile” anche attraverso la creazione di corridoi marittimi verso porti nella striscia di Gaza. La terza missione, approvata quasi all’unanimità, è quelladell’Unione europea Euam Ukraine (European Union Advisory Mission) finalizzata a sostenere Kiev nel suo impegno nella riforma del settore della sicurezza.
Queste missioni, se da una parte intendono portare avanti e difendere la linea pacifica dell’Italia, si inseriscono in un quadro più ampio di difesa comune già ipotizzata da Ursula von der Leyen la scorsa settimana. L’Unione Europea ha infatti avanzato la proposta di mettere da parte 1,5 miliardi di euro (almeno inizialmente) per rilanciare l’industria militare del blocco. I finanziamenti per la strategia, a detta di un funzionario della Commissione, saranno stanziati dal 2025 fino al 2027 e fungeranno da ponte in attesa che l’Ue concordi il suo nuovo bilancio. Visto che l’eventuale sostegno degli Stati Uniti alla sicurezza europea inizia a vacillare, vista l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e la prospettiva di un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, i leader Ue hanno esortato il blocco a rafforzare il settore rilanciando e rimodernizzando gli armamenti. Per questo motivo la maggior parte delle nazioni europee sta ora aumentando i propri bilanci in ambito militare. Il settore, in seguito a diversi anni di sottospesa da parte degli Stati membri, si è atrofizzato, e per questo motivo, secondo alcuni Paesi Ue, il finanziamento iniziale (di 1,5 miliardi) sarebbe di gran lunga inferiore a quanto realmente necessario per una tale drastica revisione dell’industria della difesa. Non solo. Nella strategia sono incluse anche misure per sviluppare l’industria della difesa dell’Ucraina e promuovere legami più stretti con il mercato Ue. Secondo le proposte, entro il 2030 Bruxelles mirerebbe ad acquistare almeno la metà dei suoi armamenti all’interno del blocco, invertendo così la tendenza di comprare la maggior parte delle attrezzature militari da Paesi terzi.


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