Salute

Ok dall’Asl al suicidio assistito in Friuli

di Cristiana Flaminio -


Via libera dall’Asl, in Friuli Venezia Giulia, alla richiesta di suicidio assistito avanzato da una 55enne malata di sclerosi multipla. La commissione medica disciplinare, come ha riferito in una nota l’associazione Luca Coscioni, ha rilevato la sussistenza di tutti i requisiti richiesti dalla legge affinché la donna possa accedere all’eutanasia. Ora la palla passa al Comitato etico regionale. Dalla sua pronuncia dipenderà l’inizio del percorso verso la dolce morte assistita per la paziente friulana.

Si chiama, anzi l’hanno ribattezzata Anna. Ha 55 anni, è malata da tempo Che, come fanno sapere dall’associazione Coscioni, “è perfettamente lucida, è vigile, si esprime con voce estremamente flebile e ipofonica, è completamente dipendente dall’assistenza: mangia, si lava, si muove, va in bagno solo se fisicamente assistita da terzi. Quel filo di voce che ha, ancora per poco, le consente di comunicare la sua ultima volontà: accedere, tramite l’Asl, al suicidio medicalmente assistito”.

Per la prima volta in Italia, ha precisato il presidente nazionale dell’Associazione Coscioni Filomena Gallo, “l’assoluta e completa assistenza da parte di terzi rientra nei requisiti ammessi dall’Asl come trattamento di sostegno vitale. E’ davvero importante il riscontro positivo della Commissione multidisciplinare dell’Azienda sanitaria che ha affermato come l’assoluta e completa assistenza da parte di terzi cui la donna è continuamente sottoposta, anche per l’espletamento delle funzioni di vita quotidiane, è un trattamento di sostegno vitale in assenza del quale non potrebbe autonomamente sopravvivere”.

Pochi giorni fa, in Veneto, si era registrato il secondo caso di suicidio assistito in Italia. “Gloria”, questo il nome assegnato alla paziente oncologica veneta di 78 anni  morta il 23 luglio alle 10.25: è la seconda persona in Italia ad aver scelto di porre fine alle proprie sofferenze tramite l`aiuto alla morte volontaria, reso legale a determinate condizioni dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019 sul caso Cappato-Antoniani. “Gloria” è la prima persona nel nostro Paese ad aver ottenuto la consegna del farmaco e di quanto necessario da parte dell’azienda sanitaria.


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