Attualità

Opere succhiasoldi, povero Salvini

C'è una Anagrafe nazionale, ma ferma al 2023

di Angelo Vitale -


Incompiute, come le celeberrime sinfonie: sono le opere pubbliche di cui da decenni si è perso in Italia il numero e talvolta le tracce. Burocrazia ridondante, spesso interventi a pioggia senza una strategia di crescita economica chiara, che hanno concorso nel tempo ad un sistema di spesa faraonico, poco trasparente e inefficiente.

Opere ferme, un fiume di danaro pubblico sprecato

Un fiume di danaro pubblico ormai difficilissimo da contare. Una vergogna nazionale che non appare mai nei programmi di governo, ogni politico sa quanto sia impossibile metterci un punto.

Quattordici anni fa, perché un decreto non si nega a nessun argomento, l’Italia ne varò uno. Non per mettere un freno a questa “enciclopedia del non saper fare” ma per istituire una Anagrafe delle Opere Incompiute.

Proprio così, non è uno scherzo: un altro registro con tutte le maiuscole al punto giusto ma per nulla aggiornato. Quella attuale, gestita sotto questo governo dal Mit con i fondi europei destinati al Pnrr e tutte le icone al posto giusto in un sito web, ha per ultimo riferimento nazionale l’anno 2023.

L’Anagrafe delle opere incompiute

A voler credere che al Mit ci siano decine di giovani tecnici all’opera sulla questione, deve essere proprio difficile conoscere in tempo reale, nell’agosto 2025, quante sono e dove sono queste opere succhiasoldi.

Il Mit, garbatamente, ne elenca sulla scena nazionale solo sei rispetto alle centinaia segnalate da decenni in saggi e inchieste.

Roma Capitale succhiasoldi

Spicca tra queste, la Città dello Sport di Roma Capitale. Non si dice da quanto incompiuta ma soltanto che, con lavori svolti solo per il 17,6%, ha bruciato già 600 milioni e ne pretende altri 400 per essere terminata.

C’è pure, tanto per celebrare pure in questa estate la siccità che tiene a secco la Sicilia, la costruzione del Serbatoio Piano del Campo sul Fiume Belice Destro e della condotta di allacciamento al Torrente Corleone di Palermo (lavori svolti, un misero 7,58%), che si è mangiati 60 milioni e ne chiede altri 30.

Le Regioni, il tavolo nazionale

Ma possibile che le opere incompiute dello Stivale siano solo sei? No, perché il Mit – l’autonomia delle Regioni, bla bla bla – rimanda poi alle singole Anagrafi locali che chiunque, se ha tempo e voglia, può spulciare.

Salvini, comunque, non se ne è stato con le mani in mano: ha liquidato 660 milioni a un Fondo Prosecuzioni e istituito un tavolo. A chi lo si nega?


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