Politica

“Ormai siamo ospiti indesiderati La fuga da Schlein è appena cominciata”

di Edoardo Sirignano -

GIUSEPPE FIORONI POLITICO


“I cattolici, i popolari e i liberal-democratici, nella segreteria Schlein, oggi sono ospiti paganti, ma col tempo saranno sgraditi e anche ingombranti”. È l’avvertimento dell’ex ministro Giuseppe Fioroni, dopo l’abbandono di Borghi, a quei moderati rimasti a sostenere la segreteria Schlein.
Come mai sceglie di lasciare quella casa, che lei stesso ha voluto?
La mia è stata una scelta meditata e dolorosa perché, insieme ad altri, ho fondato questo partito. Sono stato il primo segretario organizzativo, ovvero quello che ha lavorato perché nascesse il Pd dalla Margherita, dai Ds e da altre formazioni. Ho preso, però, atto che il soggetto pluralista dell’origine, quello in grado di mettere insieme culture politiche differenti, non c’è più.
Perché?
Qualcuno ha scelto di trasformare il Pd, in modo legittimo, in una sinistra-sinistra, che fa proprie le battaglie sui diritti ed è meno attento su doveri e temi etici.
Come lo si può dimostrare?
L’alternanza tra un segretario della sinistra riformista e un cattolico democratico o liberale ormai è un lontano ricordo. Siamo di fronte a un semplice avvicendamento tra una sinistra movimentista e massimalista (Schlein e chi la sostiene) e una riformista, ovvero quella di Bonaccini. Non c’è più spazio, invece, per tutti gli altri. Per questa ragione, sono andato via.
Da come si comporta la segretaria, però, non sembra esserci tutto questo malessere…
Le scelte o meglio ancora i silenzi e le assenze di Elly dimostrano come si voglia costruire un partito a pensiero unico. Per questa ragione è uscito sia il senatore Marcucci, che ha aderito all’area dei liberal-democratici, sia Enrico Borghi, ora tra le file di Italia Viva. Sono tutte espressioni di un profondo malessere, di un’assenza di confronto.
A garantire i centristi, comunque, dovrebbero esserci i Franceschini vari…
La pluralità di identità non è rappresentata da qualche mosca bianca. Siamo di fronte al partito delle cento sfumature di rosso. Gli altri sono ospiti sgraditi. Per i giornalisti fa solo notizia l’abbandono di questo o quel deputato. La verità, però, che c’è una vera e propria fuga silenziosa che parte dal basso, dai territori. Amministratori, consiglieri regionali e fondatori di questo partito, nelle comunità, hanno già lasciato. I cattolici del Pd fuori dal Parlamento sono già pochissimi.
A loro, quindi, si rivolge il neonato movimento di cui è portavoce?
Mi sono messo a disposizione non per fare l’ennesimo partito, ma per richiamare quelli che fondarono il Partito Popolare nel 1994 e che si sono trovati divisi, non perché avevano opinioni o valori differenti, ma rispetto a una domanda: ti allei con la destra o con la sinistra? La mia idea è innanzitutto ricomporre un’area, partendo da che cosa siamo e dove vogliamo arrivare. Soltanto dopo mi pongo come obiettivo aggregare, insieme ad altri, quei soggetti che si ritrovano nelle vaste praterie moderate e di centro, che non vuol dire non avere convinzioni forti e radicate.
Siete disponibili a dialogare anche con Renzi e Calenda?
Questo ultimo, fino a ora, non mi sembra molto interessato al mondo popolare e dei cattolici democratici. Confido, però, sul fatto che Calenda spesso si distingue per pentimenti e ravvedimenti. In politica mai dire mai. Italia Viva, invece, è uno degli interlocutori naturali di un’area che si può formare in vista delle prossime europee. Noto con interesse, ad esempio, il civismo di Letizia Moratti, così come ritengo sia da studiare e verificare “Sud chiama Nord”, movimento fondato da Cateno De Luca. C’è un vasto mondo che può essere raggruppato e con cui si può ragionare.
Chi sarà, intanto, il prossimo a lasciare casa Pd?
Gli abbandoni sono sempre scelte sofferte e figlie di una discrepanza che si nota tra la capacità di poter rappresentare i propri valori e convinzioni con la schiena dritta e quella di potersi fare concavo e confesso per fare sintesi. Questo diventare adattabili e flessibili lo vedo nell’evanescenza di quei soggetti che non uscendo dal Pd, rischiano di portare una storia politica prima a tirare a campare e poi a tirare le cuoia. Enrico Borghi, menomale, ha deciso diversamente. Gli altri vedremo.
Cosa ne pensa rispetto a quanto detto da Schlein sui diritti e in modo particolare sulla maternità surrogata?
È frutto di una concezione errata. Avere un figlio è un atto di amore, non un diritto. Non puoi acquistare un bambino come una casa al mare. Così si risponde solo al proprio ego, ma non certamente al diritto di quel piccolo ad avere un papà e una mamma. La maternità surrogata è un’aberrazione inaccettabile, oltre che un’offesa alla dignità della donna.
Delrio fa finta di nulla e invita i cattolici a restare dove sono…
Ognuno ha una sua sensibilità e credibilità. Stiamo parlando di scelte che fai la mattina quando ti specchi. In base a come ti vedi e ti senti, decidi. Se Delrio ritiene di essere compatibile con questo Pd, si tratta di una decisione legittima. Io, al contrario, ritengo che il partito guidato da Schlein per i cattolici sia un imbuto che ogni giorno diventa più stretto. Il rischio vero è che se non se ne accorgono in tempo, non solo saranno ospiti paganti, ma anche sgraditi e ingombranti.

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