Paolo Capone (Segretario Generale dell’UGL) “Manovra, bene puntare su infrastrutture strategiche, formazione e solida visione industriale”
È un Paolo Capone a tutto campo quello che racconta al giornale la sua visione del sistema paese. Lavoro, manovra finanziaria, quadro economico-sociale, lotta alla povertà e alla disoccupazione in Italia. Sono numerose e importanti le questioni su cui il segretario generale dell’Ugl propone riflessioni e soluzioni.
Segretario Capone, iniziamo a parlare del sistema Paese e partiamo dalla occupazione. Come si sta comportando il governo in questo settore? Cosa fare per combattere la disoccupazione?
“I recenti dati diffusi dall’Istat rappresentano un segnale incoraggiante per il mercato del lavoro italiano. Il calo del tasso di disoccupazione al 6% e la crescita degli occupati su base mensile +75mila, e annua +224mila, testimonia un trend favorevole che si consolida nel tempo. Questi risultati confermano l’efficacia delle misure messe in campo dal Governo negli ultimi anni a favore della crescita e dell’occupazione stabile. L’impatto delle politiche attive e degli interventi sulla formazione si sta rivelando significativo, contribuendo a creare nuove opportunità e a rafforzare la partecipazione al lavoro. È fondamentale proseguire su questa strada, puntando sui processi di transizione in atto, dalla digitalizzazione alla trasformazione industriale, per rilanciare ulteriormente il mercato del lavoro e intercettare la domanda crescente di nuove competenze da parte delle imprese. Investire in formazione, riqualificazione e strumenti di accompagnamento al lavoro significa sostenere lo sviluppo del Paese e garantire occupazione di qualità”.
I dati presentati da SVIMEZ delineano un quadro economico e sociale con luci e ombre. Il nostro paese ha forte bisogno di infrastrutture: è d’accordo?
“Un pilastro irrinunciabile per la crescita del Mezzogiorno è lo sviluppo infrastrutturale, la vera leva per colmare il divario tra Nord e Sud. In questa prospettiva, opere come il Ponte sullo Stretto di Messina assumono un valore strategico: non solo come simbolo di modernizzazione, ma come intervento capace di migliorare la mobilità, favorire gli scambi, attrarre investimenti e rafforzare la continuità territoriale in un’area cruciale del Paese. La piena attuazione degli investimenti previsti dal PNRR deve essere guidata da una visione chiara: potenziare i collegamenti, rilanciare le filiere produttive, sostenere le eccellenze locali e creare condizioni favorevoli allo sviluppo delle imprese. Solo così il Mezzogiorno potrà recuperare il gap accumulato e contribuire, con la sua energia e i suoi talenti, alla crescita dell’intera nazione”.
Siamo in tempi di Manovra finanziaria. Come valuta l’impatto di tali misure sul sistema economico e sociale del paese?
“Il taglio dell’IRPEF, senza dubbio, rappresenta un segnale concreto di attenzione verso la classe media e il mondo del lavoro. È un intervento che tiene conto delle disponibilità economiche del momento, ma che va nella direzione giusta: sostenere chi contribuisce ogni giorno alla crescita e alla produttività del Paese. Dopo il taglio del cuneo fiscale, ora reso strutturale, questa misura aggiuntiva consolida il percorso verso una maggiore equità fiscale e una redistribuzione più equilibrata del reddito. Guardiamo con favore a ogni passo che rafforzi il potere d’acquisto dei lavoratori e valorizzi il ruolo della classe media nel tessuto economico e sociale italiano. La Manovra va nella direzione di una maggiore attenzione alla produzione e all’industria nazionale. L’Italia deve costruire un percorso capace di delineare una prospettiva industriale chiara e condivisa, fondata sulla valorizzazione di chi contribuisce alla crescita del Paese.
È necessario superare una visione ideologica che tende a demonizzare il mondo produttivo: serve invece un’assunzione collettiva di responsabilità, che unisca istituzioni, imprese e parti sociali in un obiettivo comune: rilanciare lo sviluppo e rafforzare il tessuto industriale italiano. L’UGL ritiene che questo debba essere l’impegno condiviso di tutti i sindacati”.
A suo giudizio, la povertà si combatte creando lavoro stabile e di qualità, o anche attraverso forme di assistenzialismo, come poteva essere il reddito di cittadinanza?
“Il lavoro resta lo strumento più efficace per garantire dignità, autonomia e reale inclusione sociale. Investimenti mirati e ad alto moltiplicatore rappresentano la chiave per favorire la crescita, attrarre nuove attività produttive e generare posti di lavoro stabili. Bisogna inoltre puntare sulla formazione per sviluppare le nuove competenze, indispensabili per affrontare le trasformazioni del mercato del lavoro.
Solo così sarà possibile costruire un percorso di crescita solido e duraturo, capace di rilanciare le regioni meridionali e rafforzare la coesione nazionale senza lasciare indietro nessuno”.
In Italia negli ultimi anni i salari reali hanno perso potere d’acquisto. È preoccupato? Quali politiche strutturali adottare?
“L’UGL ritiene prioritario rafforzare uno strumento centrale come il CCNL e rilanciare la contrattazione di secondo livello aziendale, utilizzando, in un’ottica di partecipazione, per esempio un contratto di comunità che coinvolga anche l’ente locale di riferimento al fine di implementare le tutele e difendere il potere di acquisto dei salari. La previsione per legge di una soglia di retribuzione minima pari a 9 euro lordi l’ora, al contrario, è un compromesso al ribasso che rischia di uniformare in senso peggiorativo anche i salari mediani depotenziando la contrattazione collettiva che nel nostro Paese disciplina oltre il 90% dei lavoratori e regola aspetti come l’organizzazione e l’orario di lavoro, la progressione di carriera, la previdenza e il welfare”.
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