Niente detassazione sulla tredicesima, su l’età della pensione
Le stangate del Dpb: più tardi in pensione e meno soldi a Natale
Aumenta ancora l’età delle pensione ma nel Dpb saranno esclusi dalle norme i lavori gravosi e usuranti, stop alla detassazione delle tredicesime. Il testo del documento programmatico di bilancio conferma la risalita, di tre mesi, per maturare i requisiti minimi per andare in pensione motivandoli con “l’adeguamento all’aspettativa di vita”. Le norme entreranno in vigore a partire dal biennio 2027-28. Ma la brutta sorpresa riguarda la detassazione delle tredicesime. Non ci sarà.
Pensione e tredicesime: le delusioni
Dopo l’aumento dell’età della pensione, la grossa delusione riguarda la mancata detassazione delle tredicesime. Avremmo fatto tutti un buon Natale, il governo ha deciso di intossicarcelo e di non procedere alla detassazione, almeno parziale, della mensilità aggiuntiva di dicembre. Non ne saranno per nulla contenti, insieme agli italiani, pure i commercianti e gli operatori del settore terziario. Come riporta Repubblica a far propendere il governo per il no sarebbero stati i costi dell’intervento, stimati in circa 15 miliardi, ritenuti troppo onerosi. Resta però in piedi la social card.
Tutto come prima
Oltre alla questione pensioni, l’aliquota di tassazione della tredicesima rimane, dunque, ferma a quella del 2023. Pari alla tassazione applicata normalmente su una mensilità e senza neanche la consolazione di applicare le detrazioni per lavoro e carichi familiari che, invece, vengono regolarmente conteggiate per gli altri mesi di retribuzione. Il conto è presto fatto. E cioè ci sarà un prelievo del 23% fino a 28mila euro, 35% per quelle che raggiungono i 50mila euro. Le tasse saliranno al 43% per chi guadagna di più.
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