Cultura & Spettacolo

PIATTORICCO – Mizu: l’acquario del sushi capitolino

di Edoardo Sirignano -


E se puoi immergerti nell’acqua, toccare i pesci con mano e mangiare sushi. È l’atmosfera ricercata di “Mizu”, uno dei più amati giapponesi nella città eterna. Ecco perché, insieme ad Arianna, in una fredda serata di gennaio, decido di prenotare un tavolo per due persone.

A colpirmi è subito il pavimento dove sembra appunto che ti passino delle grandi carpe sotto i piedi. Suggestivo è anche l’acquario in 5 d, dove ha la sensazione di poter toccare con mano i grandi padroni dell’oceano. Considerando che in una parte del locale non ci sono le sedie, come prevede appunto la tradizione nipponica, ci sembra di essere per alcuni attimi a Tokyo e non in Piazza Alessandria.

Un’immersione d’altronde che è possibile notare subito nel menù, che spazia dal famoso green tea, celebre bevanda asiatica dal sapore rilassante e tonificante ai dolci, tra cui spiccano il tiramisù al matcha e il gelato al sesamo nero. Nonostante questo locale fosse finito qualche anno sulla cronache per uno spirito fin troppo futuristico, considerando che si era pensato, come d’altronde accade in diverse realtà del pianeta, di inserire dei robot al posto dei camerieri, la tradizione resta la parola d’ordine.

ll tutto è possibile verificarlo, considerando che la cucina è aperta e lascia scorgere la preparazione di ogni pietanza dal proprio tavolo. Per tale ragione, decidiamo di non rinunciare a nulla, dal sashimi alla tempura. Tra i miei piatti preferiti c’è il salmone scottato con semi di senape e ponzu. Per quanto riguarda gli urumaki, più che apprezzabili sono lemon fresh e special california. Diverse, comunque, sono le specialità della casa pensate dallo chef, che lo rendono diverso dai tradizionali all you can eat. Nonostante ciò, i prezzi non sono altissimi, anzi sono più o meno in media con i ristoranti di sushi più conosciuti e apprezzati dalle nuove generazioni.


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