Pornografia online in calo nel Regno Unito: l’effetto della legge sulla verifica dell’età
Dura la vita degli "smanettoni inglesi" dopo l'entrata in vigore dell'Online Safety Act.
Dal 25 luglio 2025 il Regno Unito ha avviato una vera e propria rivoluzione digitale: con l’entrata in vigore del Online Safety Act, tutti i siti con contenuti per adulti devono applicare rigorosi sistemi di verifica dell’età per impedire l’accesso ai minori.
L’impatto è stato immediato e quantificabile. Secondo dati di Similarweb riportati da The Guardian e Financial Times, il traffico verso i principali portali pornografici è crollato:
- Pornhub: da circa 3,6 milioni di visite giornaliere (24 luglio) a poco meno di 2 milioni entro l’8 agosto (−47%).
- XVideos: −47% di accessi dal Regno Unito.
- xHamster: −39%.
Nel complesso, il traffico verso i 90 siti più visitati del settore è calato di circa 23%.
La corsa alle VPN e ai proxy
Parallelamente, l’applicazione della normativa ha generato un aumento senza precedenti dell’uso di strumenti per aggirare i controlli.
Il servizio Proton VPN ha registrato un’impennata del 1 800% nelle iscrizioni giornaliere nei primi tre giorni dalla messa in atto della legge, come riportato da The Verge. Le app VPN, inclusi colossi come Proton e Nord Security, sono rapidamente salite ai vertici delle classifiche dell’App Store britannico.
Anche l’uso di proxy è cresciuto sensibilmente: il provider Decodo segnala un aumento dell’88% del traffico e del 65% di nuovi utenti provenienti dal Regno Unito (TechRadar). Tuttavia, gli esperti avvertono che i proxy non offrono la stessa cifratura delle VPN, lasciando esposti a rischi di intercettazione e furti di dati.
Obiettivi e critiche
L’Online Safety Act mira a proteggere i minori non solo dalla pornografia, ma anche da contenuti che incitano all’odio, all’autolesionismo o potenzialmente dannosi.
Ofcom, l’autorità di regolamentazione, ha il compito di vigilare e può imporre multe fino a 18 milioni di sterline o al 10% del fatturato globale di un’azienda in caso di inadempienza.
Le critiche, però, non mancano:
- Privacy: la raccolta di documenti d’identità, selfie o dati biometrici espone a rischi di violazioni e furti di identità.
- Libertà di espressione: timori di censura e controllo eccessivo dei contenuti online.
- Efficacia: il massiccio ricorso a VPN e proxy mostra come sia possibile aggirare facilmente i blocchi, spostando il problema su canali meno sicuri.
Un equilibrio difficile
Il calo di traffico dimostra che la legge ha colpito nel segno, ma il boom di tecnologie di bypass suggerisce un gioco del gatto col topo tra regolatori e utenti smanettoni.
Come sottolinea Wired, il successo a lungo termine della misura dipenderà dalla capacità di garantire protezione ai minori senza sacrificare privacy e libertà digitali.
In questo scenario, il Regno Unito diventa un laboratorio globale per comprendere se e come sia possibile conciliare sicurezza, diritti e innovazione in un internet sempre più controllato.
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