La telefonata tra l’inviato Usa Steve Witkoff e il consigliere russo Yuri Ushakov, fatta trapelare da Bloomberg, non ha sortito l’effetto sperato da qualche super “volenteroso”. Una delegazione degli Stati Uniti è attesa a Mosca la prossima settimana. Ad annunciarlo non è stato un anonimo “origliatore” britannico, ma il presidente russo, Vladimir Putin, nel corso di una conferenza stampa a Bishkek. In prima fila per l’incontro con i “partner americani” ci sarà il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, il presunto uomo “caduto in disgrazia”.
Le linee rosse della Russia
“Se le truppe ucraine si ritirano dai territori che attualmente occupano, allora smetteremo di combattere. Se non si ritirano, useremo la forza”, ha dichiarato il presidente russo. La questione del riconoscimento da parte degli Stati Uniti dei territori della Crimea e del Donbass “dovrebbe essere oggetto di negoziati con la parte americana”. La Russia ritiene che il piano americano sull’Ucraina “potrebbe costituire la base per accordi futuri”, ha aggiunto il capo del Cremlino. I russi stanno elaborando “misure di ritorsione” in caso di confisca dei loro asset in Europa. “Il governo russo, su mia indicazione, sta elaborando un pacchetto di misure di ritorsione qualora ciò accadesse. Ed è chiaro a tutti che si tratterebbe di un furto di proprietà altrui”, ha avvertito ancora Putin.
La Federazione russa, ha assicurato il presidente, vuole “raggiungere un accordo” con l’Ucraina, ma legalmente è al momento impossibile considerato che “per qualche ragione” Kiev non ha tenuto le elezioni e Volodymyr Zelensky ha perso la sua “legittimità”.
Gli auguri di Zelensky a Trump
Volodymyr Zelensky ha rivolto a Donald Trump, a sua moglie Melania e al popolo americano gli auguri per un “felice Giorno del Ringraziamento”. “Siamo molto lieti del nostro rapporto costruttivo e speriamo in ulteriori progressi positivi a livello diplomatico per porre fine, una volta per tutte, alla guerra della Russia contro il nostro popolo”, ha scritto su X.
Il sabotaggio europeo del piano di pace di Trump
L‘Europa sta cercando ancora una volta di interrompere il percorso di pace. La risoluzione votata ieri dal Parlamento Europeo sull’Ucraina promuove una strategia incentrata sulla preservazione e il ripristino dell’integrità territoriale del Paese di Zelensky. Una prospettiva a dir poco irrealistica visti l’andamento dei combattimenti e la linea individuata dagli Usa per uscire dallo stallo. Il testo, passato nella plenaria a Strasburgo con 401 voti favorevoli, 70 contrari e 90 astensioni, stabilisce altre condizioni “impossibili” come l’assenza di limitazioni alle capacità militari ucraine, garanzie di sicurezza equivalenti all’articolo 5 della Nato, risarcimenti e responsabilità prima di ogni trattativa e la possibilità per l’Ucraina di aderire ad alleanze come la Nato. L’Ue sta scegliendo ancora una volta di auto-estromettersi da qualsiasi tavolo.
La Germania si prepara alla guerra con la Russia di Putin
Nel giorno in cui il Vecchio Continente ha messo in mostra il suo lato più oltranzista all’Eurocamera, è venuta fuori l’esistenza di Oplan deu, il piano segreto della Germania per la guerra contro la Russia. Alcuni alti ufficiali tedeschi si sarebbero riuniti già da tempo per lavorare a documento classificato di 1.200 pagine redatto dietro le mura anonime della Caserma Julius Leber.
Il progetto, secondo il Wall Street Journal, descrive il modo in cui 800mila soldati tedeschi, statunitensi e di altri Paesi Nato verrebbero trasportati verso est, in direzione della linea del fronte. Mappa i porti, i fiumi, le ferrovie e le strade che percorrerebbero, e descrive come verrebbero riforniti. L’approccio seguito prevede un coinvolgimento allargato all’intera società, con un ritorno a una mentalità da Guerra Fredda.
L’avvio di Oplan deu
Lo sforzo per rendere la Germania nuovamente pronta alla guerra – ha rivelato il Wsj – è iniziato pochi giorni dopo l’inizio dell’operazione militare speciale della Russia in Ucraina nel 2022, quando il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha presentato un fondo per il riarmo da 100 miliardi di euro, parlando di “Zeitenwende” (svolta epocale). Nello stesso anno, la Bundeswehr ha creato un Comando Territoriale per guidare tutte le operazioni nazionali e incaricato il suo comandante, il tenente generale André Bodemann, veterano del Kosovo e dell’Afghanistan, di redigere l’Oplan. A marzo dello scorso anno, il team di Bodemann ha completato la prima stesura.