Re Carlo e Papa Leone XIV, preghiera storica: si riapre il dialogo tra le Chiese
Nella giornata di oggi, giovedì 23 ottobre, come da programma, Re Carlo III, insieme alla Regina Camilla di Inghilterra, saranno in visita da Papa Leone XIV. Lo storico avvenimento, come da protocollo, prevede la condivisione di una preghiera comune all’interno della Cappella Sistina in Vaticano. Tale significativo momento spirituale, di altissimo profilo, si può considerare memorabile rispetto allo strappo della riforma Anglicana, avvenuta ormai da alcuni secoli, che determinò la nascita di tale religione.
Re Carlo al Vaticano: una visita storica nel segno della fede
Stando così le cose sarebbe la prima volta, negli ultimi 500 anni, che il Santo Padre, ed il Re di Inghilterra, preghino insieme. Pertanto, tale giornata si preannuncia molto importante nelle relazioni tra la Chiesa d’Inghilterra e quella Cattolica, di cui Carlo e Prevost ne rappresentano i rispettivi vertici. L’incontro in questione è maturato nel solco del Giubileo dedicato proprio ai ‘Pellegrini di Speranza’. Sicuramente importante si può considerare il cammino comune di tali confessioni religiose; se, da un lato, un tempo nutrissero fisiologiche divergenze, al giorno d’oggi sembrerebbero orientate verso un rinnovato spirito di cooperazione, di fratellanza e di unità dei cristiani; aspetto, quest’ultimo, tanto caro al Santo Padre attuale che collima, perfettamente, con la visione spirituale degli Agostiniani.
Dialogo tra Chiesa Anglicana e Cattolica verso una nuova unità
In termini diplomatici, possiamo affermare che vi è stato un progressivo avvicinamento e un dialogo costante tra le due confessioni già a partire dalla prima visita di Stato in Vaticano di una Regina di casa Windsor, compiuta nel 1961 da Elisabetta II. Tale dialogo si è costruito a partire dal primo viaggio di un pontefice nel Regno Unito, compiuto da San Giovanni Paolo II nel 1982. Recentemente, tale legame si è rafforzato per mezzo della visita di Papa Francesco alla Chiesa Anglicana, avvenuta il 26 febbraio del 2017, dove il Santo Padre ha benedetto un’icona di Cristo Salvatore. Dopo la benedizione, effettuata con olio santo e incenso, Bergoglio, insieme ai vescovi presenti, ha acceso delle candele davanti all’icona.
Cooperazione e impegno comune per ambiente e pace
Si può ritenere edificante il vertice sull’ambiente che avverrà nella Sala Regia, dove i sovrani si sposteranno per “l’incontro con personalità che si occupano della cura della casa comune”. ”Un momento – ha spiegato suor Alessandra Smerilli, segretario del Dicastero allo Sviluppo Umano Integrale – per evidenziare e riaffermare l’impegno del Papa, Francesco prima e ora con Papa Leone, della S. Sede, e di Re Carlo III alle tematiche ambientali. Impegno che poi ciascuno sviluppa nel proprio ambito. C’è un lavoro continuo per accelerare il cambiamento”.
Re Carlo: il legame con l’Abbazia di San Paolo
Successivamente Re Carlo, accompagnato dalla Regina, visiterà la Basilica Papale e l’Abbazia di San Paolo fuori le Mura. Il Re ha accettato la proposta del Papa di diventare ‘Confratello Reale’ dell’Abbazia. Per celebrare questo nuovo legame, nella Basilica sarà collocato un seggio speciale per Sua Maestà, che resterà come segno permanente di rispetto reciproco tra Papa Leone e il Re in qualità di Capi di Stato. Non sono “eroi, o paladini di qualche ideale, ma uomini e donne autentici”. La precisazione è d’obbligo per papa Leone XIV: domenica 19 ottobre in Piazza San Pietro, davanti a 70mila fedeli, ha proclamato sette nuovi santi.
Due i canonizzati in via eccezionale senza l’accertamento di un miracolo: l’italiano Bartolo Longo, laico, fondatore del santuario di Pompei, e il venezuelano José Gregorio Hernandez, il medico dei poveri asceso, a furor di popolo, agli altari del suo paese. A colorare la piazza, tuttavia, erano soprattutto le bandiere del Venezuela. Tanti i fedeli accorsi per festeggiare Hernandez e l’altra santa, Carmen Rendiles Martínez. La canonizzazione poteva essere un momento di unità e speranza per il Paese. E, invece, il dittatore Nicolas Maduro non solo si è limitato a scrivere su X “siamo felici per i nostri santi”, ma soprattutto ha fatto cadere disattesa la richiesta dell’opposizione e dell’episcopato locale di liberare i prigionieri politici.
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