Attualità

Riapre la scuola (a pezzi). Strano, aumentano anche i libri

di Eleonora Ciaffoloni -

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Studenti in protesta, famiglie alle prese con le spese e dirigenti scolastici sull’attenti: questo è il quadro che incornicia la riapertura della scuola in tutta Italia. Entro pochi giorni tutti gli studenti del Paese torneranno sui banchi e a preoccupare, come ogni anno a settembre sono le annose problematiche che il nostro sistema scolastico si porta dietro come una zavorra. E se l’allarme Covid ritorna a far capolino, seppur destando meno preoccupazione, quello che fa più paura per l’anno scolastico 2023-24 è il rincaro dei prezzi dovuto all’inflazione.

Libri, trasporti e materiale scolastico con costi alle stelle hanno spinto tantissimi studenti ad organizzare – da ieri e per tutta la settimana – presidi davanti alle scuole di tutto il Paese per chiedere provvedimenti. Saranno poi nella giornata di oggi anche davanti al Ministero dell’Istruzione a partire dalle 16.30, per fare appello al ministro Valditara e invitare il governo ad affrontare il tema del diritto allo studio con l’attenzione che merita: “Saremo davanti le scuole e davanti al ministero per il costo sempre più assurdo di un sistema d’istruzione che si definisce pubblico. Oggi non è semplice per le famiglie di questo Paese sostenere il costo della scuola, ci chiediamo dove sia garantita l’accessibilità agli studi sancita dalla nostra Costituzione” spiega Paolo Notarnicola, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi. Costi che gravano sulle spalle delle famiglie che con l’autunno si trovano a fare i conti per il rientro dei figli a scuola: problematica che ha spinto le famiglie ad allearsi con le associazioni di consumatori e con tutta la filiera del libro per chiedere interventi al governo.

Nello specifico, chiedono che “nella prossima Legge di Bilancio venga aumentato lo stanziamento e rivisti i criteri di distribuzione per il diritto allo studio per le famiglie in condizioni di povertà” chiedendo un aumento “dagli attuali 133 ad almeno 170 e che venga introdotta per tutte le altre famiglie, attualmente prive di strumenti di sostegno alla spesa per i libri scolastici, una detrazione fiscale al pari delle spese mediche, come dichiarato prima dalla Sottosegretaria del Ministero dell’Istruzione e del Merito Paola Frassinetti e condiviso dalle forze politiche”. Una stagione che possiamo senza ombra di dubbio definire di minori risorse – umane e materiali – che fa segnare un rientro in affanno. Ancora una volta sembra andare a rilento il reclutamento del personale scolastico e dei dirigenti, soprattutto al nord del Paese dove incide più che in altri territori il caro vita (caro casa, caro spesa e caro trasporti), come sembrano andare a rilento il rilascio dei fondi del Pnrr. A denunciarlo, in particolar modo, il sindacato Dirigentiscuola che rappresenta i presidi italiani. “Le classi sono state aperte con un gravissimo vulnus: più di duemila istituti hanno metà dirigente” spiegano, ma “l’urgenza più imminente è la procedura dell’inserimento dei progetti legati al Pnrr. I presidi devono compiere tutti gli atti entro fine mese”, una scadenza che sembra impossibile da rispettare. Tutto questo, sottolineano “insieme alle carenze strutturali degli edifici, con aule inagibili, cattedre vacanti, mancanza di protocolli da parte del Ministero per fronteggiare i nuovi casi Covid, rende il nostro lavoro difficile, a volte impossibile”.

L’auspicio, commenta la sigla sindacale, è che in tempi brevi “sia assegnato un dirigente per ogni istituzione scolastica autonoma” e che “si prenda coscienza dell’importanza di avere un organico docente stabile nel tempo, che la piaga del precariato abbia una fine”. Ed è proprio sulla categoria degli insegnanti, che il governo ha annunciato nuove assunzioni. “Nei prossimi mesi, come ha annunciato il ministro Valditara, saranno assunti 60.000 insegnanti”. Lo dice Grazia Di Maggio, deputata di Fratelli d’Italia e membro della commissione Cultura e Istruzione che spiega. “Si tratta di un segnale fondamentale sia per garantire continuità nel percorso scolastico di ragazzi e ragazze, sia perché in 60.000 famiglie si aprono prospettive di vita diverse, con un lavoro sicuro e una serenità maggiore”. E anche se la scuola non inizia a spron battuto, avere in prospettiva decine di migliaia di nuovi insegnanti significa poter fornire agli studenti un miglior livello di istruzione e di apprendimento e una stabilità che spesso ricercano per anni.


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