Ambiente

Rifiuti, differenziata più diffusa. Lazio e Campania maglie nere: virtuose solo 3 famiglie su 10

di Angelo Vitale -


Raccolta differenziata dei rifiuti: il trend nazionale appare positivo per la sua diffusione pur – in altre specifiche analisi – mantenendosi sotto i target da tempo previsti. Nel 2022, il 60,2% delle famiglie italiane vivono in un Comune che ha raggiunto l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata dei rifiuti urbani. I Comuni che hanno superato questa soglia sono 5.420 su 7.901 e portano 11 regioni al raggiungimento dell’obiettivo. Ma poi rimane comunque un divario forte, in alcune aree, che fa calare della metà le famiglie, come nel Lazio e in Campania, maglie nere del Centro Sud. Lo rileva l’undicesima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) di Istat.

Su quasi 29 milioni di tonnellate di rifiuti urbani prodotte, 18,6 milioni sono raccolte in maniera differenziata. E l’organico rappresenta la maggior parte dei rifiuti differenziati (39,3%), seguito da carta e cartone, che rappresentano il 19,2%; dal vetro, con il 12,2%, e dalla plastica con l’8,6%. Un quadro di composizione che ormai si presenta stabile nel tempo.

Le differenze territoriali di performance della raccolta dei rifiuti differenziati sono ancora rilevanti. Le aree più virtuose sono la provincia autonoma di Trento, la Sardegna e le Marche, nelle quali oltre il 90% delle famiglie vivono in un Comune che ha raggiunto il 65%. Fanalino di coda sono Lazio e Campania, dove la percentuale scende a poco più del 30% delle famiglie.

In generale, il servizio di raccolta differenziata è in continuo miglioramento in tutto il territorio nazionale, anche se con ritmi diversi. Nel 2022, un grande salto in avanti è stato fatto dalla Sicilia, dove l’indicatore, pur restando molto distante dall’obiettivo, aumenta di 8,1 punti percentuali, passando dal 37,3% al 45,4%.

I tassi aumentano anche per le regioni che avevano già alti tassi di raccolta differenziata, come l’Emilia-Romagna (+6,8 p.p.), le Marche (+5,6 p.p.) e l’Umbria (+4,8 punti). Le uniche regioni che nell’ultimo anno hanno registrato una flessione sono il Veneto, la Toscana, la Basilicata e la provincia autonoma di Trento.


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