Ringhio Gattuso, l’ultima spiaggia della Nazionale
La fretta di Gravina, il ruolo di Buffon e degli altri ex del Mondiale 2006
Gennaro Gattuso, commissario tecnico della Nazionale italiana che ancora non si è ripresa dal trauma dell’esonero di Luciano Spalletti.
La fretta di Gravina
L’ok, ormai definito dopo un incontro positivo con il presidente Figc Gabriele Gravina, formalizzato con la firma di un contratto alla cui base c’è un accordo annuale, considerato decisivo per la qualificazione ai Mondiali 2026. Nello staff tecnico – imbolsiti, per sempre inseguiti dalle ombre del calcio o da mille polemiche, alcuni chissà per quanto in pausa da ricchi contratti di consulenza in piattaforme tv – con Buffon anche altri ex azzurri come Bonucci e Barzagli, Zambrotta e Perrotta. Coinvolti nel progetto “Azzurri per l’azzurro” all’interno del Club Italia.
La furbata di guardare al vivaio dei giovani
Un progetto che non è ovviamente il vero “progetto” millantato da Gravina. Con il corollario di una ennesima furbata, spendendo il nome di Cesare Prandelli per un ruolo di coordinatore dei vivai dei club, quelli dai quali, per gli obblighi del carrozzone miliardario che intimorisce il più baldanzoso dei presidenti e dei tecnici sulle panchine, si pesca solo quando le infermerie sono sold out.
“Siamo marinai”
La “leggenda” di un Mondiale vinto 19 anni fa per evitare la terza figuraccia di un Mondiale da guardare per l’ennesima volta solo sullo schermo. “Siamo una famiglia di marinai”, ha detto il padre di Ringhio Gattuso annunciando la “fumata bianca”. Il figlio è atteso in perigliosissimi mari, anticipato – qualora ci sia bisogno a confermare il senso del ridicolo che grava sull’Italia – da un codice che vieterà mal di pancia e dolorini per evitare la convocazione a calciatori riottosissimi e svogliati.
Salumi, cozze e litigi
Un personaggio, fuori dal mondo che ha sempre frequentato, non proprio accortissimo, perfino coinvolto o chiacchierato – tra salumi e cozze – in inchieste per riciclaggio o in quelle ove emerse pure un mafioso. Sulla panchina, focoso e passionale. Il ct che deve riportare serenità ed equilibrio nel travagliato spogliatoio della Nazionale è quello che, da allenatore dell’Hajduk Spalato in Croazia, ha litigato in diretta tv con l’ex calciatore e opinionista Josko Jelicic parlando in inglese, italiano e spagnolo, con errori e svarioni. Un mix di lingue e qualche imprecisione grammaticale che è diventato un hit sui social.
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