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Salute mentale, la Giornata mondiale: stress per un italiano su due

di Angelo Vitale -


L’indagine annuale di Ipsos, condotta in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale 2023, esplora i cambiamenti nel modo in cui le persone percepiscono la propria salute mentale e i fattori che hanno un impatto sul loro benessere mentale, ponendoli sullo sfondo del più ampio contesto sanitario.

Quasi quattro persone su cinque (78%), a livello internazionale, considerano la salute mentale e fisica ugualmente importanti quando si tratta della propria salute personale. Questo sentimento è più alto in America Latina, soprattutto in Argentina (88%), Colombia e Perù (87%).

In Italia, il 76% delle persone sostiene che salute mentale e fisica hanno la medesima importanza, infatti, soltanto il 14% ritiene che la salute mentale abbia un’importanza maggiore rispetto a quella fisica e l’8% che, al contrario, la salute fisica sia più importante di quella mentale.

L’opinione pubblica italiana sostiene che il benessere mentale e fisico sono ugualmente importanti, ma il sistema sanitario riflette questa visione e fornisce un egual trattamento?

Esplorando le percezioni degli italiani, la risposta è no: il 39% ritiene che salute mentale e fisica siano trattate allo stesso modo. Il 10% ritiene che alla salute mentale sia data priorità, mentre il 43% sostiene che il sistema sanitario si concentri maggiormente sulla salute fisica.

Le medesime percezioni si estendono anche al resto dei Paesi esaminati nel sondaggio d’opinione Ipsos, infatti, a livello internazionale un terzo (34%) ritiene che salute mentale fisica siano tratte allo stesso modo.

Questi dati indicano una discrepanza quando si tratta di come il pubblico percepisce la propria salute e di come viene trattata dal sistema sanitario del proprio Paese: a livello internazionale, soltanto il 7% degli intervistati afferma che la propria salute fisica sia più importante di quella mentale, ma il 39% pensa che sia trattata con maggiore importanza.

A livello internazionale, il 58% dichiara di pensare spesso al proprio benessere mentale e il 71% al proprio benessere fisico. Anche in Italia si registra una quota maggiore di persone che pensa al benessere fisico (72%), anche se oltre la metà (51%) dichiara di pensare spesso al proprio benessere mentale.

Invece, sono i sudafricani e i brasiliani coloro che pensano maggiormente al proprio benessere mentale (entrambi al 75%). La Corea del Sud è l’unico Paese in cui è più probabile che le persone dichiarino di non pensare molto al proprio benessere mentale, infatti, il 61% afferma di non farlo molto o mai.

Il 65% degli under35 afferma di pensare spesso alla propria salute mentale, contro il 38% dei 50-74enni. Sebbene tutte le fasce d’età abbiano pensato di più al proprio benessere mentale dal 2021, negli ultimi 12 mesi si sono registrati pochi cambiamenti. I principali cambiamenti si sono verificati tra le generazioni più anziane: i 35-49enni e i 50-74enni hanno entrambi registrato un aumento di 6 punti percentuali nel periodo di due anni.

Un altro dato emerso dall’Ipsos Global Health Service Monitor è un aumento della preoccupazione relativa allo stress (problema menzionato dal 30% del campione intervistato e in aumento di 5 punti rispetto al 2018).

Questo dato è confermato anche dall’ultima indagine Ipsos -condotta in occasione del World Mental Health Day 2023- in quanto, a livello internazionale più di tre quinti (62%) dichiara di essersi sentito stressato almeno una volta nell’ultimo anno tanto da avere un impatto sulla propria vita quotidiana e poco più di un terzo (34%) afferma che è successo più volte.

Allo stesso modo, negli ultimi 12 mesi, il 31% si è sentito talmente stressato da non riuscire a far fronte alla situazione; il 39% dichiara di aver dovuto assentarsi dal lavoro a causa dello stress e il 18% afferma di averlo dovuto fare in più occasioni.

Anche in Italia si registrano percentuali piuttosto alte. In particolare, nell’ultimo anno: il 57% si è sentito stressato tanto da non riuscire a far fronte alla situazione e il 53% dichiara che lo stress ha avuto un impatto sulla propria vita quotidiana, il 44% afferma di essersi sentito depresso al punto di essere triste e il 31% di non essere andato al lavoro per un periodo di tempo per colpa dello stress.

A livello internazionale le donne (36%) sono più propense a dire che lo stress sta avendo un impatto sulla loro vita tanto da avere la sensazione di non farcela, contro il 26% degli uomini.

Le donne sono anche più propense a dire di essersi sentite depresse al punto di sentirsi tristi o senza speranza quasi ogni giorno per un paio di settimane o più (30% contro il 24% degli uomini). Al contrario, sentirsi stressati al punto da non andare al lavoro è un po’ più equo tra le donne (20%) e gli uomini (17%).


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