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Politica

Open Arms, Salvini dopo l’assoluzione: “Fatto solo il mio lavoro”

Il vicepremier attacca: "Speso qualche milione dei contribuenti per stabilire che difendere i confini non è reato..."

di Maria Graziosi -


Matteo Salvini va in radio a commentare l’assoluzione sul caso Open Arms. E ribadisce la sua posizione: “Non voglio la medaglia, era semplicemente il mio lavoro”. La questione, con la pronuncia di ieri della Cassazione, sembra essersi definitivamente conclusa. Un caso, quello dei migranti e dello sbarco “negato” all’Ong spagnola, che ha innervato il dibattito pubblico negli ultimi anni. E che adesso lo rilancia con le parole del vicepremier.

Salvini, l’assoluzione e il caso Open Arms

L’ex ministro degli Interni, adesso a capo del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, ha commentato a Rtl l’assoluzione. Non senza amarezza: “Cinque anni, decine di udienze, decine di testimoni, qualche milione di euro del contribuente speso per arrivare a decidere in tre tribunali diversi a Catania, a Palermo e a Roma e difendere i confini dai trafficanti di esseri umani e far rispettare le leggi e ridurre il numero di sbarchi e di reati non è un delitto, non è un crimine”. Il tema di base, quello che sta a cuore a Salvini, è nella conferma del fatto che difendere i confini non vada considerato reato.

“Ho fatto solo il mio lavoro”

Il vicepremier ha poi aggiunto: “Non voglio la medaglia, era semplicemente il mio lavoro, ma sono contento perché si è sancito un principio a tutela degli italiani, a tutela del lavoro delle forze dell’ordine, a tutela delle persone che ogni giorno incappano nei reati legati all’eccessiva presenza di clandestini”. L’assoluzione sul caso Open Arms, adesso, dà a Salvini l’agio per tornare su una vicenda che è stata a dir poco esplosiva e che potrà caratterizzare ulteriormente il dibattito.


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