Editoriale

Scurati, Meloni e la fantapolitica

di Adolfo Spezzaferro -


Non ci vuole un master da politologo per capire che Giorgia Meloni mai e poi mai censurerebbe qualcosa di sinistra. La premier ci crede veramente nella libertà di pensiero e d’espressione – perché ha subito lei sì la censura – , non come tanti sinistri che ritengono che taluni che non la pensano come loro non hanno diritto di parola. Figuriamoci poi se la leader di Fratelli d’Italia, che da sempre si contraddistingue per una innata vocazione sia al pragmatismo che alla fulminea sintesi politica, pure se incalzata in tempo reale – dote tutt’altro che comune -, possa mai cadere nell’ingenuità di imbavagliare lo Scurati di turno. Per dare così la stura al pianto greco della sinistra che si strapperebbe le vesti sventolando lo spettro della censura politica. Infatti, nei giorni scorsi dopo ore e ore di polemica sulla presunta censura di Antonio Scurati nel programma di Serena Bortone Che sarà, su Rai3, è stata proprio Giorgia Meloni a intervenire mettendo a tacere ogni illazione e macchinazione delle opposizioni: “In un’Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso. Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 Aprile. La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1.800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo”.

Un po’ too much, come direbbero i giovini di oggi. In ogni caso, a scanso di equivoci e per fugare ogni dubbio, la Meloni ha pubblicato lei stessa, sulla sua pagina Facebook, il testo in questione. “Pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare) per due ragioni: perché chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini; perché gli italiani possano giudicarne liberamente il contenuto. Buona lettura”. Ne frattempo, fonti Rai hanno precisato che l’azienda aveva dato via libera alla partecipazione dello scrittore a titolo gratuito. Le stesse fonti ribadiscono il rifiuto della Rai di avallare il pagamento di 1.800 euro. Qualche passaggio significativo del monologo di Scurati: “Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.

Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023). Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”.

Mannaggia, quale distillato di verità si sono persi i telespettatori. Parole puntuali, ancorate alla realtà dei fatti. Perfette per un romanzo di fantapolitica.


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