Hot parade
Sale: Sigfrido Ranucci. Il delitto perfetto esiste, altroché. Un’inchiestina, giornalistica e ammirata, andrebbe fatta su di lui. Sigfrido Ranucci se n’è andato – novella Madonna pellegrina – annunziando novità choc sul Ministero della Cultura e un nuovo caso Boccia. Ha fatto il pieno di ascolti ma Report non ha svelato il resto di niente. A parte la cicatrice di Genny Sangiuliano che conferma tutto quello che la sinistra e le opposizioni vorrebbero invece non far sapere. Insomma, il nulla ma infiocchettato come chissà che fosse. Strategia che paga, Sigfrido lo sa.
Stabile: Carlo Verdone. Se ti candidi, non solo ti voto ma ti faccio pure la campagna elettorale. In Vita da Carlo immaginava di presentarsi sindaco a Roma, a noialtri basterebbe ritrovarcelo assessore a Roccasecca a chiedere a Elly Schlein di parlare come mangia e a sussurrare quello che nessuno vuol sentire: “Berlinguer è il passato”.
Scende: Kamala Harris. Votata sì ma alla sconfitta. I gggiovani, i dreamers, i millennial voltano le spalle a Kamalona nostra. Voteranno in massa Trump, lo dice pure Reuters, perché con Biden tutto costa di più: dal cibo fino all’abitazione. Obama, il mister Burns dal volto umano, e i suoi vecchi rapper dovranno rassegnarsi: Kamala is over.
*di Simone Donati
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